admenta-laportaIl futuro della farmacia è segnato ed è legato alle grandi catene. Ad affermarlo è un articolo apparso sul quotidiano Italia Oggi, nel quale si ricorda come il marchio Lloyds, ad esempio, sia già in possesso, ad esempio, di 210 farmacie, di cui 170 di proprietà e 40 in franchising, oltreché di 18 parafarmacie. La catena di proprietà della multinazionale McKesson, inoltre, punta ad espandersi con nuove acquisizioni, che saranno concentrate nelle regioni del centro-nord. La testata ripercorre l’ingresso del gruppo in Italia, «avvenuto costituendo Admenta, costola di McKesson-Celesio», e che poi «ha avuto un’accelerazione quando il parlamento (lo scorso anno) ha approvato la legge che consente alle società di capitale di acquisire direttamente la proprietà delle farmacie». Risultato: fatturato del 2017 a quota 560 milioni di euro, di cui 305 provenienti dalla divisione che si occupa di distribuzione del farmaco e il resto dalla gestione delle farmacie. Il giornale ha ascoltato in particolare Domenico Laporta, amministratore delegato di Admenta, secondo il quale «la struttura delle farmacie italiane era piuttosto antiquata. Abbiamo introdotto un modello più dinamico, col farmacista che diventa consulente per la salute e si distingue per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione». Il dirigente si sofferma quindi sul tema della redditività delle farmacie, intaccata «dalla riduzione dei prezzi dei farmaci di largo consumo e dal (giusto) maggiore controllo da parte delle Asl sulle prescrizioni». È proprio per questo che secondo Laporta il settore è chiamato ad un cambiamento: «Occorre proporre anche prodotti per il benessere, offrire servizi. Si tratta di un restyling che spesso si può realizzare solo entrando in un network. Noi lo abbiamo creato e offriamo il know-how per aggiungere appeal alla farmacia». Più in generale, sul servizio sanitario nazionale l’a.d. afferma che a suo avviso «così com’è il sistema universalistico non è più sostenibile. Il futuro inevitabilmente porterà gli ospedali ad affrontare solo le gravi patologie mentre una rete di assistenza sul territorio si occuperà del resto. E in questa rete vi sarà una responsabilizzazione delle farmacie».

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