«Esiste un’epidemia fuori controllo negli Stati Uniti, che colpisce molti più cittadini di qualsiasi altra patologia e impone costi altissimi. Si chiama mancata aderenza alle cure prescritte e sarebbe – almeno in linea teorica – evitabile al 100%». A spiegarlo è un articolo apparso sul New York Times, che riferisce i risultati di uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Annals of Internal Medicine, secondo il quale negli Usa una quota compresa tra il 20 ed il 30% dei farmaci prescritti non viene assunto, mentre per circa la metà dei medicinali utilizzati per patologie croniche non vengono seguite appieno le indicazioni fornite». Ciò si traduce in un costo in termini umani stimato in circa 125mila morti all’anno, ai quali si aggiunge un 10 per cento di ricoveri ospedalieri che si potrebbero evitare. Per il sistema sanitario americano, inoltre, ciò si traduce in un aggravio finanziario compreso tra 100 e 289 miliardi di dollari all’anno. Un ex chirurgo intervistato dal quotidiano spiega che «i farmaci non funzionano nei pazienti che non vogliono assumerli», e questo potrebbe spiegare la ragione per la quale a volte alcune molecole ottengono risultati eccellenti durante le sperimentazioni, mentre una volta somministrate ai malati appaiono meno efficaci. In questo contesto il ruolo del farmacista potrebbe risultare particolarmente importante, trattandosi del professionista della salute più vicino e più facilmente raggiungibile dai pazienti. In Italia, il presidente della Fofi Andrea Mandelli aveva spiegato di condividere «le preoccupazioni espresse nel 2015 dall’Agenzia del Farmaco a proposito della scarsa aderenza alla terapia, che partono da dati inequivocabili confermati anche dalla nostra prima sperimentazione condotta sui pazienti asmatici: solo il 18% dei pazienti non presenta alcun problema con la terapia prescritta; il 46% dimenticava di assumere i farmaci o li assumeva scorrettamente e il 60% presentava qualche difficoltà nell’uso dei medicinali prescritti».
Più di recente, l’allora presidente dell’Aifa, Mario Melazzini, partecipando nel 2016 al primo Health City Forum aveva affermato che «appropriatezza nelle prescrizioni e aderenza alle terapie rappresentano due pilastri fondamentali dell’approccio che può consentirci di coniugare la risposta ai bisogni di salute espressi dai cittadini e la salvaguardia del nostro Servizio sanitario nazionale, universalistico e solidaristico. Si tratta di due fattori ancora più rilevanti per il contrasto alle malattie croniche, che sono una delle sfide più importanti da vincere nei prossimi anni».
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