Ripercorrendo gli anni più complessi della pandemia, Federfarma analizza dati, fatti e risultati ottenuti dalla farmacia italiana, che esce trasformata da questo periodo e guarda a nuovi grandi cambiamenti. «Già prima della pandemia – dichiara nell’introduzione il presidente della Federazione Marco Cossolo – era emersa in modo evidente la necessità di una riorganizzazione dell’assistenza territoriale volta a potenziare il settore delle cure primarie, l’assistenza domiciliare, la prevenzione primaria e secondaria, la telemedicina, nell’ottica di ridurre il carico sulle strutture ospedaliere e fare in modo che i pazienti potessero essere curati, il più possibile, a casa propria. La pandemia ha confermato l’importanza di poter contare su una rete di assistenza territoriale efficiente, capillare, vicina ai cittadini e in grado di alleggerire il carico di lavoro che grava su ospedali e Asl. Di questa rete fanno parte le farmacie di comunità, oltre 19mila presidi sanitari presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, dalla grande città al piccolo centro rurale». Tra i fatti più rilevanti determinati dalla pandemia, Cossolo ricorda l’incremento della distribuzione per conto (Dpc – farmaci acquistati dalle Asl e distribuiti dalle farmacie), che nel 2020 è stato pari al 13% per numero di confezioni rispetto al 2019. Nel 2021 si è registrato un aumento dell’8% della Dpc a fronte di un calo del 10% della distribuzione diretta.
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I numeri della farmacia italiana
Secondo gli ultimi dati di Federfarma, i presidi farmaceutici territoriali in Italia sono 19.901 e ricevono quotidianamente un flusso complessivo di 4 milioni di persone. Di queste, 800mila si recano ogni giorno in farmacia per consulenze sulla salute. Ogni presidio ha un’utenza media giornaliera di 200 cittadini. Un focus sui servizi è stato fatto dal “IV Rapporto annuale sulla farmacia”, realizzato da Cittadinanzattiva in partnership con Federfarma e con il contributo non condizionato di Teva. L’indagine rileva che: «circa una farmacia su due negli ultimi due anni ha promosso sia campagne di sensibilizzazione di stili di vita salutari per i cittadini (50%), sia campagne per la specifica individuazione di soggetti a rischio e la diagnosi precoce (48%), in particolare per il diabete (86%), le patologie cardiovascolari (68%) e le dislipidemie (51%). Il 66% delle farmacie ha, inoltre, aderito a campagne di prevenzione istituzionale promosse dalle istituzioni relative al tumore al colon-retto». Il report di Federfarma fotografa con grande ricchezza di dati l’attività della farmacia a trecentosessanta gradi, approfondendo sia temi legati ai servizi e al rapporto con l’utenza sia gli aspetti gestionali ed economici dell’impresa-farmacia. Un’ampia sezione riporta numerosi dati sulla distribuzione del farmaco, suddivisa per categorie e Regioni e un capitolo a sé è dedicato all’e-pharmacy.
Il futuro della farmacia
Le prospettive future della farmacia europea e italiana sono analizzate nel report da Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente per il 2022 del Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu). Secondo Tobia, la strategia del futuro «non può che puntare sul potenziamento degli strumenti digitali per favorire il monitoraggio dell’andamento delle terapie da parte delle farmacie, sulla sostenibilità della produzione e della distribuzione dei farmaci, su un modello di farmacia che, oltre che digitale, sia anche “green”, sul superamento del problema delle carenze di medicinali a livello europeo e sulla lotta all’antibiotico-resistenza. In sostanza, quindi, in Europa, come in Italia, la farmacia del futuro deve puntare sul potenziamento dei servizi correlati alla dispensazione professionale del farmaco, sulla digitalizzazione dei processi e dei servizi, sull’applicazione di standard di qualità e di sostenibilità e sulla collaborazione con le istituzioni per far fronte ai principali problemi di salute pubblica».
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