«La Federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi) esprime la sua soddisfazione per l’istituzione degli Ordini della professione sanitaria di fisioterapia, e della Federazione che li rappresenta a livello nazionale, avvenuta ieri a seguito della firma del decreto del ministro della salute». È quanto si legge in una nota della Federazione. Secondo Andrea Mandelli, presidente della Fofi, «la nascita di questo nuovo Ordine delle professioni sanitarie rappresenta un importante tassello per la piena realizzazione della ‘Farmacia dei servizi’: i fisioterapisti, insieme agli infermieri, in forza dei loro specifici profili professionali, possono infatti affiancare il farmacista nella sua attività al servizio della collettività, consentendo l’erogazione di specifiche prestazioni professionali, sia all’interno della farmacia che al domicilio del paziente, così come previsto dalla Legge 69/2009». Mandelli evidenzia che «la Farmacia dei servizi sta prendendo sempre più forma quale primo presidio di tutela della salute dei cittadini e vero e proprio setting assistenziale sul territorio, anche grazie al lavoro sinergico con gli altri professionisti della salute».

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La presentazione nell’ambito della Giornata mondiale della fisioterapia

Il presidente della Commissione nazionale d’Albo dei fisioterapisti, Piero Ferrante, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale della fisioterapia, organizzata a Roma dall’Aifi presso la sala Zuccari del Senato, aveva sottolineato che «è una cosa forte, che generazioni di fisioterapisti hanno voluto. Ne sono passati di colleghi che hanno sperato in questo momento. Non possono non pensare ad uno in particolare, di cui non farò il nome ma tutti noi sappiamo di chi parlo. Se lui fosse qua, farebbe la ola molto più di tutti noi. Ma noi siamo qui anche per lui e questo percorso ha visto il suo esito anche per quello che è stato fatto». Secondo Ferrante «non posso non pensare agli uomini e alle donne, ai colleghi e alle colleghe fisioterapiste che ogni giorno si relazionano e in questo modo vedono più chiara la loro identità, la loro casa, la loro famiglia». Ferrante ha sottolineato che «questo non è l’anno zero perché noi fisioterapisti entriamo nelle famiglie e nelle loro sofferenze, cerchiamo di farci portatori sani di istanze delle sofferenze delle famiglie. In questo modo sarà sicuramente più facile perfezionare, quindi non l’anno zero, ma l’anno uno».

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