Nuove regole sono state introdotte lo scorso luglio per disciplinare la produzione e la commercializzazione di integratori alimentari a base di Curcuma. Le disposizioni derivano dalla valutazione di alcune segnalazioni di casi di epatotossicità, a seguito delle quali il ministero della Salute ha fornito nuove indicazioni in merito alle formulazioni contenenti estratti e preparati di piante di Curcuma longa e spp. Come riferisce la Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi), «il gruppo di esperti appositamente costituito ha ritenuto necessario ampliare l’avvertenza specifica inserita nel 2019 e ha concluso che non ci sono evidenze scientifiche a supporto degli effetti fisiologici attribuiti alla Curcuma longa nelle linee guida ministeriali».
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La dicitura da inserire in etichetta
Alla luce dei nuovi riscontri, il decreto direttoriale del 28 luglio 2022 ha stabilito l’obbligo per i produttori di inserire un’avvertenza supplementare nell’etichettatura degli integratori contenenti ingredienti derivati da Curcuma longa e spp. La disposizione prevede l’aggiunta della dicitura: “Avvertenza importante. In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico”. Il decreto ha inoltre eliminato dalle linee guida ministeriali gli effetti fisiologici previsti precedentemente per la Curcuma longa e spp., che non dovranno più essere menzionati. L’etichetta degli integratori in questione dovrà essere adeguata alle nuove disposizioni entro e non oltre il 31 dicembre 2022.
Gli obblighi per gli Osa
Il Ministero ha ribadito la responsabilità degli operatori del settore alimentare (Osa) di garantire la conformità degli integratori alla normativa e la loro sicurezza, nonché l’obbligo di verificare che gli ingredienti impiegati nei preparati non siano novel food ex Regolamento (UE) 2015/2283. «Considerato che non sembra esistere una storia significativa di consumo alimentare degli estratti di Curcuma longa e spp. a elevato titolo di curcumina – precisa la Fofi – e che tali estratti/preparati sembrano configurarsi come novel food e, pertanto, non impiegabili negli alimenti, il Ministero ha chiesto, tra gli altri, a questa Federazione di provvedere alla raccolta dei dati di consumo significativo antecedente al 1997».
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