L’Ema, attraverso il comitato per i medicinali per uso umano (Chmp), il 31 gennaio 2025 ha adottato un parere favorevole all’uso di ivermectina-albendazolo per il trattamento di infezioni causate da diverse tipologie di vermi parassiti, inclusa la filariasi linfatica, malattia tropicale negletta. L’indicazione terapeutica riguarda adulti, adolescenti e bambini di età pari o superiore a 5 anni, per il trattamento di elmintiasi trasmesse dal suolo (Sth), causate da differenti tipi di vermi parassiti intestinali, diffusi attraverso terreni contaminati da feci umane in aree con scarse condizioni igienico-sanitarie. Tra i responsabili di tali patologie, gli anchilostomi (Ancylostoma duodenale, Necator americanus), gli ascaridi (Ascaris lumbricoides), i tricocefali (Trichuris trichiura) e il nematode Strongyloides stercoralis.
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Efficacia trattamento contro filariasi linfatica supportata da studio condotto in Mali
Il medicinale è indicato anche per il trattamento della microfilaremia (presenza di larve di vermi nel sangue) in pazienti affetti da filariasi linfatica (Lf). La Lf, nota comunemente come elefantiasi, è una malattia tropicale negletta che compromette il sistema linfatico e può portare a un abnorme ingrossamento di parti del corpo, causando dolore, disabilità grave e stigma sociale. ivermectina-albendazolo è indicato per il trattamento di casi di filariasi linfatica causati da Wuchereria bancrofti, un parassita responsabile del 90% dei casi a livello mondiale.
Azione sinergica di ivermectina e albendazolo
Il medicinale combina due principi attivi: ivermectina e albendazolo. L’ivermectina è un antiparassitario utilizzato per trattare una varietà di infezioni, sia nelle persone che negli animali. L’albendazolo è anch’esso un antiparassitario ad ampio spettro impiegato per il trattamento di diverse infezioni da parassiti intestinali. Entrambi i principi attivi sono inclusi nell’elenco dei medicinali essenziali dell’Oms. Quando somministrati in combinazione, ivermectina e albendazolo agiscono in sinergia. L’ivermectina agisce sul sistema nervoso e muscolare del parassita, causandone la paralisi, mentre l’albendazolo interferisce con il metabolismo e la produzione di energia del parassita. Il duplice approccio immobilizza e uccide il parassita, migliorando l’efficacia del trattamento.
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