Chiesi ha annunciato mercoledì 4 marzo 2024 di aver fatto un passo in avanti nello sviluppo degli inalatori a basso impatto ambientale. Si tratta dei dispositivi cosiddetti “carbon minimal inhaler”, di cui l’azienda ha fatto sapere di aver avviato un nuovo studio di fase III sulla sicurezza a lungo termine. Come spiegato da Chiesi «la sperimentazione giunge al termine del completamento di due studi clinici di sicurezza a breve termine sul nuovo propellente a basso potenziale di riscaldamento globale e di tre studi di farmacologia clinica su una doppia associazione fissa». In particolare «gli inalatori a basso impatto ambientale mirano a salvaguardare la libertà di scelta nei pazienti affetti da asma e Bpco, riducendo le emissioni di gas serra fino al 90% rispetto agli inalatori predosati esistenti, e anticipando i requisiti ambientali internazionali ed europei».

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Gli studi clinici portati a termine

Chiesi ha ricordato di «aver già completato due studi clinici a breve termine per valutare la sicurezza del nuovo propellente, oltre a tre studi di farmacologia clinica sulla nuova associazione corticosteroide inalatorio (Ics)/broncodilatatore a lunga durata d’azione (Laba) in inalatore a basso impatto ambientale. Complessivamente, questi studi hanno fornito prove rassicuranti per quanto riguarda prestazioni e tollerabilità simili della nuova formulazione rispetto a quella attuale nei pazienti affetti da asma e Bpco».

Piattaforma di inalatori a basso impatto ambientale

Come riferito da Chiesi «il traguardo segue il successo ottenuto nel luglio 2022 nel completamento di studi simili su un’associazione tripla fissa. Lo sviluppo della piattaforma di inalatori a basso impatto ambientale punta a consentire a Chiesi di ridurre le emissioni legate agli Mdi esistenti fino al 90%. Si tratta di un passo fondamentale nel nostro percorso volto a ottenere l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2035, preservando al contempo le esigenze dei pazienti affetti da asma e Bpco. Le linee guida internazionali per il trattamento dell’asma e della Bpco caldeggiano la scelta del farmaco giusto e del dispositivo appropriato per il paziente al fine di ridurre il rischio di esacerbazioni gravi.

Soluzioni a basso impatto ambientale senza compromettere la sicurezza

Giuseppe Accogli, Ceo del Gruppo Chiesi, ha evidenziato che «noi di Chiesi crediamo fermamente che i pazienti, nel considerare le opzioni terapeutiche che riguardano la loro salute, non debbano assumersi la responsabilità dell’impatto ambientale. La conclusione di questi studi aggiuntivi e l’avvio della sperimentazione di fase III segnano per noi una tappa significativa nello sviluppo di una piattaforma di nuovi inalatori a basso impatto ambientale. Siamo certi di poter offrire ai pazienti soluzioni terapeutiche a basso impatto ambientale senza compromettere la sicurezza, l’usabilità o l’efficacia». Come osservato da Accogli, l’azienda si impegna «a sviluppare inalatori che soddisfino le esigenze dei pazienti pur riducendo al minimo l’impatto ambientale. Affrontando il problema del cambiamento climatico, una delle cause principali delle malattie respiratorie, possiamo apportare benefici sia ai pazienti che al pianeta».

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