“Come è cambiato il modo di gestire la farmacia?” è il nome di un sondaggio inviato da FarmaciaVirtuale.it ai farmacisti titolari di farmacia iscritti alla newsletter. I numeri non sono rappresentativi dell’intera categoria dei titolari italiani ma le risposte meritano una riflessione. Per quanto concerne la mole di lavoro, il 65% dei partecipanti afferma di avere riscontrato un suo aumento. Con riferimento alla qualità del lavoro ben l’85% dei titolari ritiene si siano verificati cambiamenti in senso peggiorativo. Tra le principali modifiche che riguardano il modo di lavorare, una parte dei titolari riporta un incremento del tempo dedicato al rapporto con il cliente/paziente. Tale aumento vede tra le varie cause le novità introdotte nella dispensazione dei medicinali, per esempio le ricette dematerializzate, piattaforme non sempre perfettamente funzionanti e la necessità di occuparsi di una burocrazia che è fonte di ulteriori complicazioni. Al contrario, altri titolari raccontano di una forzata riduzione del tempo trascorso col singolo utente, a causa del contingentamento degli accessi oltre che dei già citati adempimenti burocratici che toglierebbero tempo al banco, a scapito del consiglio e dell’assistenza.

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Il rapporto con il cliente/paziente

In merito ai cambiamenti nel rapporto con il cliente, in molti notano un maggior distacco, sia per la fretta di quest’ultimo di abbandonare la farmacia per il timore del contagio che per le barriere fisiche interposte. Non sono mancate le segnalazioni di stress, stanchezza e nervosismo, diffusi sia all’interno del personale che tra la clientela. Una buona parte dei farmacisti titolari riferisce un maggior bisogno del cliente di chiarimenti, consigli, assistenza, rassicurazioni, anche a fronte di un ridotto supporto da parte del medico. Ciò a conferma dell’importanza della farmacia come presidio sanitario sul territorio e della fiducia nella figura del farmacista, il cui ruolo di professionista della salute viene riconosciuto dalla popolazione grazie alla competenza dimostrata.

Le relazioni con i collaboratori

Da quanto emerge dal sondaggio non mancano comunque lamentele, impazienza e pretese. Ad essere mutate, in certi casi, sono le relazioni con i collaboratori. Se per il 50% dei farmacisti non vi sono stati cambiamenti rilevanti su questo fronte, nella rimanente parte dei casi la descrizione delle modifiche avvenute nei rapporti interpersonali è così distribuita: la metà nota un miglioramento nei rapporti, resi più stretti dal vissuto comune di esperienze forti come quelle degli ultimi mesi, l’altra metà rivela un acuirsi delle difficoltà, magari preesistenti, legata alle tensioni accumulate in un periodo logorante.

Le relazioni con grossisti e fornitori

Venendo al rapporto con fornitori e grossisti, la comunicazione si è fatta più impersonale e i legami sono di minor fiducia, fattori da molti attribuiti all’uso quasi esclusivo del telefono per effettuare gli ordini, con importante diminuzione degli incontri in presenza. Tra le procedure operative attuate durante le ondate di Covid-19 figurano, oltre all’adempimento degli obblighi di legge per garantire il rispetto delle norme anti-contagio, la sospensione della fornitura dei servizi alla persona e delle giornate promozionali, la turnazione del personale, l’ampliamento dell’orario di apertura, la consegna di farmaci a domicilio. Nell’immediato futuro, la maggioranza dei titolari si ripropone di aumentare l’offerta dei servizi e riorganizzare gli spazi della propria farmacia.

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