«La farmacia non può vivere di servizi, che molti presidi non riescono nemmeno a organizzare ed erogare. È tempo di riportare il farmaco in farmacia, di recuperare quanto perso finora e di chiedere una riforma del sistema di distribuzione del farmaco in Italia». Questa è la convinzione di Rocco Vizzini, farmacista titolare a Caltanissetta, che spiega a FarmaciaVirtuale.it cosa, a suo avviso, può risollevare il settore. «I servizi sono importanti, ma la farmacia non può vivere solo di servizi. Il suo core business deve tornare a essere il farmaco, anche se alcuni la considerano una battaglia persa. E invece non è così, il farmaco deve tornare in farmacia e devono rientrare tutti i farmaci che abbiamo perso. Dobbiamo combattere per una giusta remunerazione, che tenga conto di una quota fissa e di una percentuale, come si sarebbe dovuto fare da tempo. E non con questo piccolo extra che ci è stato concesso dal Governo, ma attraverso una vera riforma del sistema. Molte farmacie non possono vivere di servizi. Se non si mette mano ora, e in modo deciso, a questo modello, in quale altro momento potremo chiedere una riforma della distribuzione del farmaco?»

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«Non esiste la farmacia italiana ma una moltitudine di farmacie diverse»

Vizzini sottolinea poi l’eterogeneità della farmacia in Italia, di cui bisogna tenere conto. «Non esiste una farmacia italiana, esistono molteplici farmacie, ognuna con delle caratteristiche particolari. Le farmacie hanno quindi necessità di avere un’attenzione e un approccio differente. Non si può considerare ogni singola farmacia, ma è possibile classificarle per gruppi. L’errore che si sta commettendo ora è proprio quello di considerare tutte le farmacie come fossero un unicum, quando invece la situazione è completamente diversa. Esistono vari tipi di farmacie, sia dal punto di vista organizzativo sia territoriale, perché tra nord, sud, centri minori e centri città le differenze sono enormi. Se il sistema non cambia, temo che nel tempo sopravviveranno solo i grossi gruppi, ma le piccole e medio-piccole farmacie non potranno più andare avanti e finiranno per chiudere, come sta già avvenendo in Europa».

«Associarsi per guadagnare un vantaggio commerciale»

Dal punto di vista commerciale, Rocco Vizzini ritiene l’aggregazione necessaria per guadagnare competitività e accrescere il vantaggio commerciale sulla concorrenza. «Le farmacie si devono necessariamente associare tra loro. E non sto parlando delle catene, che procedono per un’altra strada e con un altro tipo di gestione, ma mi riferisco alla possibilità delle singole farmacie di associarsi a gruppi che fanno capo a cooperative o ad associazioni di titolari di farmacia. Solo così la farmacia può essere in grado di competere, dare servizio e praticare sconti, ottenendo la possibilità di andare a trattare con l’industria e con i vari enti».

L’intervista integrale

Il video all’intervista integrale

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