
La richiesta da parte dei coordinatori dei soccorsi è stata di inviare un camper con una dotazione di farmaci nella cittadina di Arquata del Tronto: «Alle 22.30 eravamo già sul posto con il nostro mezzo, proveniente da Verona, che era stato equipaggiato anche grazie all’esperienza che avevamo fatto nel caso del terremoto in Abruzzo. Quindi altre squadre sono partite da altre parti d’Italia, ci sono stati degli avvicendamenti, e in totale sono stati una ventina i farmacisti volontari coinvolti». Il lavoro, sul posto, è stato immediatamente duro: «Non appena arrivati abbiamo fornito il supporto richiesto, che in un caso del genere è soprattutto di affiancamento a tutto il sistema di soccorsi che viene dispiegato per far fronte alla calamità. In generale, i farmacisti volontari non si sostituiscono a quelli locali, ma se questi ultimi non sono nelle condizioni di lavorare, magari perché feriti o perché le loro farmacie sono state danneggiate, entrano allora in azione. Per il terremoto del 24 agosto, i ragazzi hanno ad esempio raccolto le ricette che sono state consegnate da un medico alla popolazione terremotata, le hanno portate nelle farmacie che hanno allestito i pacchi e quindi le hanno distribuite. Ancora, è stata effettuata un’attività di aiuto a chi si occupava di scavare sotto le macerie. Ad esempio i vigili del fuoco avevano bisogno di colliri per gli occhi, e di sali minerali per la fatica». Senza dimenticare il lato umano: «Ho parlato con qualcuno dei farmacisti volontari che sono andati sul posto. Ci sono momenti che rimarranno per sempre impressi nelle loro memorie».
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