Nell’analisi della documentazione da esibire in caso di ispezione ci si sofferma sulla parte relativa alla gestione degli alimenti, in particolare nella predisposizione delle misure minime di controllo previste dalla procedura HACCP.

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Molte aziende di consulenza che entrano in farmacia, spesso reinventano il settore e, alla ricerca della perfezione, costringono il farmacista a sottostare ad adempimenti burocratici a volte del tutto superflui, con il chiaro obiettivo di spillare soldi.

E’ il caso della regolarizzazione del magazziniere.

Uno dei tasselli chiave è relativo al libretto sanitario, già sospeso o abrogato dalla maggior parte delle Regioni italiane e trasformato nell’obbligo di un corso di formazione per alimentarista, generalmente della durata di 4 ore.

Facciamo un passo indietro e chiediamoci in realtà se il magazziniere, seppur maneggiando alimenti confezionati ed integratori, abbia o meno la necessità di fare questo corso di formazione.

La maggior parte dei regolamenti Regionali parla chiaro, difatti la mansione del magazziniere non è da ascrivere a quella dell’alimentarista e rientra nelle figure definite a rischio basso (o livello zero, o rischio zero) che, non stando a contatto diretto con alimenti sconfezionati, non hanno l’obbligo di alcun adempimento formativo.

Per avere una panoramica generale si rimanda al portale dell’Istituto Superiore della Sanità, che seppur non costantemente aggiornato dà un’infarinatura globale della situazione italiana, suddivisa per Regione.

Si ricorda infine che il farmacista non necessita di questo tipo di adempimento.

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