
Gizzi ha ricordato che «da più di vent’anni le Regioni italiane non rinnovano una convenzione nazionale con le farmacie, ciò significa che al mutare della società, dei bisogni dei cittadini, delle condizioni del mercato farmaceutico, le farmacie italiane hanno dovuto sopravvivere in un limbo normativo e contrattuale». In secondo luogo, «in questi vent’anni la spesa farmaceutica pubblica complessiva, tramite le farmacie territoriali, è scesa dall’80% al 40%». Ma ha affermato che «negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. Il presidente di Assofarm cita l’esempio del progetto della ASL Area Vasta Sud-Est Toscana (di cui FarmaciaVirtuale.it ha parlato ai propri lettori). Ma l’attenzione è aumentata anche sul tema della distribuzione diretta e sulla stessa convenzione, con l’apertura del tavolo di confronto per il rinnovo: «Racconto ciò – ha aggiunto – perché se tutto questo è in atto in Italia, un Paese che purtroppo soffre di una certa lentezza riformatrice, allora dobbiamo credere che anche a livello europeo possiamo incidere in maniera rilevante con la nostra agenda. La nostra Unione è un soggetto che ha più idee che potere. Di fronte alle enormi complessità delle istituzioni comunitarie e alle enormi forze di certe lobby che si muovono a Bruxelles e Strasburgo, la UEFS deve giocare la carta della proposta innovativa».
In questo senso, secondo Gizzi il grande tema è quello della posizione strategia del farmacista «in una società che ha meno risorse di un tempo ma più bisogni sanitari. Da ciò ne consegue che le sfide future del farmacista ruoteranno attorno alle parole chiave di Efficacia, Sicurezza, Economicità». Inoltre, osserva il dirigente, «il farmacista potrà stimolare la personalizzazione della cura e potrà prendere parte ai relativi progetti sanitari se saprà dialogare tanto con le istituzioni pubbliche quanto con gli altri professionisti della salute e con l’industria».
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