«Ho sottoposto al Governo, tramite un’interrogazione parlamentare, il problema relativo all’emergenza costituita dal continuo furto milionario dei farmaci nelle strutture sanitarie pubbliche. L’ho fatto non solo per chiedere di risolvere un problema legato alla sicurezza ma anche, e soprattutto, per avere dati che possano consentire di delineare un quadro quanto più chiaro possibile, sotto il profilo strettamente economico, sui reali vantaggi e svantaggi del sistema della distribuzione diretta dei farmaci nelle strutture sanitarie pubbliche». È quanto rende noto Marcello Gemmato, farmacista e parlamentare della Repubblica, in una nota diramata in seguito alla presentazione di un’interrogazione parlamentare sull’annoso problema dei furti nelle strutture pubbliche e del loro impatto sui costi per l’Ssn. Sottrazioni che, secondo quanto dimostrato dai recenti fatti di cronaca, costituiscono solo la punta di un iceberg relativa a regie ben definite volte alla ricettazione ed export di tali farmaci.

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«Ho chiesto al governo – evidenzia Gemmato – di relazionare in merito ai costi annuali sostenuti dallo Stato determinati dai furti di farmaci nelle strutture pubbliche e di riferire quale sia l’incidenza di questi maggiori oneri sul presunto risparmio ovvero minor costo a carico del bilancio dello Stato per l’approvvigionamento e per la distribuzione diretta dei farmaci agli assistiti nelle farmacie ospedaliere». Nel dettaglio, sottolinea il parlamentare, «si presume, infatti, che “la diretta” sia legittimata dal risparmio costituito dalla maggiore scontistica che le aziende farmaceutiche applicano allo Stato per l’acquisto di medicinali. Sembra evidente, però, che questo minor costo venga paradossalmente annullato non solo  dalla continua attività criminale di furti milionari di farmaci e di riciclaggio ma anche da altri costi e svantaggi, sociali ed economici, pagati a caro prezzo dai pazienti e dallo Stato».

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