fofiCambio della guardia al Comitato centrale della Federazione degli Ordini farmacisti, con qualche new entry e soprattutto molte conferme. Si sono tenute le elezioni per il nuovo direttivo, che rimarrà in carica nel triennio 2015-2018 e sarà composto, oltre che da Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente e vice uscenti, da Piero Maria Calcatelli, Franco Cantagalli, Andrea Carmagnini, Vitaliano Corapi, Ferdinando Foglia, Giovanni Gerosa, Mario Giaccone, Giacomo Leopardi, Maximin Liebl, Maurizio Pace, Giovanni Zorgno. Revisori dei Conti: Antonino D’Alessandro, Lucio Pantano e Angela Pellacchi, componente supplente Andrea Giacomelli. Il voto è stato preceduto dalla relazione al Consiglio nazionale dell’ordine di Mandelli, che ha fatto il punto sulla situazione del settembre farmacia.

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L’intervento del presidente di Fofi non poteva non fare riferimento alla recente vicenda riguardante l’incompatibilità tra cariche parlamentari e cariche di vertice di carattere gestionale all’interno degli ordini, sollevata dall’Autorità nazionale anticorruzione, che ha interessato anche Mandelli stesso e D’Ambrosio Lettieri. «La Federazione degli Ordini dei farmacisti – ha sottolineato Mandelli – ha adottato da tempo, da molto tempo, la separazione tra responsabilità politiche e amministrative, vale a dire dal 2004. Questa divisione netta è scritta nel nostro regolamento, ed è accertabile da chiunque». Passando poi a parlare dello scenario del settore, il presidente di Fofi ha rimarcato che «non induce all’ottimismo», caratterizzato com’è da «tagli lineari, più o meno mascherati»: 545 milioni in meno per la farmaceutica, senza porre mano al meccanismo dei tetti e del payback.

Ampio spazio è anche dedicato al cosiddetto ddl Concorrenza, il cui testo uscito dal Consiglio dei ministri è stato definito da Mandelli «scheletrico», limitandosi ad aggiungere le società di capitali all’elenco dei soggetti che possono essere titolari di farmacia privata, eliminando la disposizione che i soci delle società per l’esercizio della farmacia siano tutti necessariamente farmacisti in possesso dell’idoneità, stabilendo che il direttore della farmacia sia un farmacista abilitato, e non più semplicemente uno dei soci, visto che questi possono non essere tali, ed eliminando per le società di professionisti il tetto massimo di 4 farmacie possedute. Mandelli ha evidenziato che «il cambiamento prospettato dal ddl Concorrenza non lo ha chiesto l’Europa, come si usa dire», e quanto al fatto se l’ingresso dei capitali in farmacia possa essere considerato un male minore, ha sottolineato che «porre la questione in questi termini non è semplice e può essere riduttivo». Basandosi su quanto avvenuto in altri Paesi, Mandelli ha rilevato che «la deregolazione non ha aumentato il numero delle farmacie nelle aree rurali» e in seguito alle liberalizzazioni non si è registrato un calo della spesa farmaceutica pubblica e/o privata.

«La prima e più importante misura – ha affermato il presidente di Fofi – è rivedere la remunerazione, sganciare la stabilità economica delle farmacie di comunità dal margine commerciale, ma per essere sinceri, qualche cosa da rimproverarci dal lato dell’organizzazione l’abbiamo anche noi. Abbiamo affrontato il mercato in ordine sparso, per cominciare, trascurando che le economie di scala possono essere attuate anche da associazioni di professionisti che comunque non rinunciano alla titolarità delle loro farmacie: in fase di contrattazione per l’acquisto, per la messa in opera di supporti informatici e di servizi per la fatturazione». La relazione si è poi conclusa spaziando dalla situazione del Concorso straordinario alle prossime iniziative che coinvolgono Fofi, quali il lancio del portale FarmaLavoro e l’appuntamento milanese, dall’8 al 10 maggio, con Farmacista Più. E infine una buona notizia: un “tesoretto” di 350mila euro per l’anno 2016 che «si potrebbe investire in un progetto, ovvero nel sosteno agli Ordini di dimensioni più piccole, o nella creazione di un fondo a favore dei colleghi disoccupati, o ancora in borse di studio; oppure si potrebbe anche pensare di impiegarla per abbassare, nel 2016, la quota che gli ordini versano alla Federazione».

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