Lo scorso 8 aprile le aziende titolari delle rispettive autorizzazioni all’immissione in commercio, in accordo con Agenzia europea per i medicinali (Ema) ed Agenzia italiana del farmaco (Aifa), avevano fornito informazioni relative ad ulteriori restrizioni nell’uso dei medicinali fluorochinolonici a causa del «rischio di effetti indesiderati invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti». Nello specifico, le agenzie avevano evidenziato che tali farmaci non possono essere prescritti per «trattamento di infezioni non gravi o autolimitanti (quali faringite, tonsillite e bronchite acuta)», «prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle vie urinarie inferiori», «infezioni non batteriche, per esempio la prostatite non batterica (cronica)», «infezioni da lievi a moderate (incluse la cistite non complicata, l’esacerbazione acuta della bronchite cronica e della broncopneumopatia cronica ostruttiva – Bpco, la rinosinusite batterica acuta e l’otite media acuta), a meno che altri antibiotici comunemente raccomandati per queste infezioni siano ritenuti inappropriati», ed infine «ai pazienti che in passato abbiano manifestato reazioni avverse gravi ad un antibiotico chinolonico o fluorochinolonico».

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In una nota del 15 maggio 2019, inviata dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute all’indirizzo di diversi enti operanti in ambito sanitario, sono evidenziate ulteriori limitazioni relative all’uso dei farmaci a base di fluorochinoloni nella chemioprofilassi delle malattie meningococciche. Ciò sebbene l’uso di tali medicinali «non rientri tra le condizioni per le quali è raccomandato di evitare l’uso dei fluorochinoloni». A darne notizia è la Fofi, in una nota. In particolare, si evidenzia che «poiché altri antibiotici sono disponibili per la profilassi post-esposizione delle infezioni meningococciche, si raccomanda di limitare l’uso dei fluorochinoloni ai casi in cui sia strettamente necessario, ovvero in caso di contatti stretti da sottoporre a profilassi ma con controindicazioni agli altri antibiotici indicati o di temporanea indisponibilità di questi ultimi». Nel documento vengono dunque riportate informazioni utili agli operatori sanitari relative agli schemi posologici e alle modalità di applicazione della profilassi post-esposizione, di particolare interesse per i medici.

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