La Food and drug administration (Fda) ha approvato nerandomilast come trattamento per la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) negli adulti. Si tratta della prima terapia approvata per l’Ipf in oltre dieci anni, un traguardo significativo per una patologia caratterizzata da elevata mortalità e da opzioni terapeutiche limitate.

[Non perdere le novità di settore: iscriviti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Apri questo link]

Meccanismo d’azione di nerandomilast

Nerandomilast è un inibitore orale selettivo della fosfodiesterasi 4B (Pde4b), un enzima coinvolto nei processi infiammatori e nel rimodellamento del tessuto polmonare. Attraverso l’inibizione di questa via, il farmaco riduce la produzione di mediatori pro-infiammatori e fibrotici, contribuendo così a rallentare la progressione della fibrosi e a preservare la funzione polmonare.

Rispetto ad altri inibitori della PDE4, nerandomilast è stato progettato per migliorare la tollerabilità, minimizzando gli effetti collaterali gastrointestinali e sistemici. La formulazione orale è somministrata a una dose raccomandata di 18 mg due volte al giorno, a 12 ore di distanza, con possibilità di riduzione a 9 mg in caso di intolleranza.

Evidenze cliniche dagli studi di fase III Fibroneer

L’approvazione della Fda si basa sui risultati dei due studi di fase III, Fibroneer-Ipf e Fibroneer-Ild, che hanno coinvolto complessivamente oltre 2.300 pazienti adulti. Entrambi gli studi, condotti in doppio cieco, randomizzati e controllati con placebo, hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di nerandomilast (9 mg o 18 mg due volte al giorno) per un periodo di 76 settimane. L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione della capacità vitale forzata (Fvc) rispetto al basale, parametro chiave della funzionalità polmonare.

Nerandomilast ha dimostrato una riduzione significativa del declino della Fvc rispetto al placebo, raggiungendo l’obiettivo primario in entrambi gli studi. Nei pazienti trattati con nerandomilast 18 mg, è stata osservata una riduzione del rischio di morte del 43% rispetto al placebo. Nei soggetti trattati in monoterapia, senza altre terapie di base, la riduzione del rischio di morte ha raggiunto il 59%, mentre nei pazienti in trattamento combinato con nintedanib è stata registrata una riduzione del 41%. Questi risultati, presentati al Congresso Internazionale 2025 della European Respiratory Society (Ers), suggeriscono che nerandomilast possa offrire un beneficio clinico significativo, sia come monoterapia sia in associazione ad altri antifibrotici, migliorando la sopravvivenza dei pazienti con Ipf.

Implicazioni cliniche e prospettive future

L’arrivo di nerandomilast apre così una fase nella cura dell’Ipf, con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da questa grave patologia polmonare. Sono attualmente in corso le valutazioni regolatorie anche in Europa, Regno Unito e Cina, con la prospettiva di una prossima disponibilità globale del trattamento.

Dr. Paolo Levantino

Fonti:

– Maher Tm et al. Nerandomilast in Patients with Progressive Pulmonary Fibrosis. N Engl J Med. 2025 Jun 12,392(22):2203-2214. doi: 10.1056NEJMoa2503643. Epub 2025 May 19. Pmid: 40388329.

– Richeldi L et al. Nerandomilast in Patients with Idiopathic Pulmonary Fibrosis. N Engl J Med. 2025 Jun 12,392(22):2193-2202. doi: 10.1056NEJMoa2414108. Epub 2025 May 18. Pmid: 40387033.

– Oldham J, et al. (2025) Efficacy, safety and tolerability of nerandomilast in patients with pulmonary fibrosis: pooled data from the Fibroneer-Ipf and Fibroneer-Ild trials. Poster, Ers 2025.

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.