federfarma-raccaCome possiamo ripartire? Cosa possono fare le farmacie? L’ultimo anno è stato caratterizzato da una grande caduta di fiducia per il susseguirsi di decreti legge che hanno invariabilmente gravato sul settore farmaceutico. Sento dire spesso che ogni crisi deve servire a fare grandi passi avanti: ne sono convinta e penso che dobbiamo lavorare tutti assieme per ripartire. Sicuramente dovremo fare i conti con il calo delle risorse. Sicuramente la sfida sarà quella di rispettare le esigenze di bilancio mantenendo gli standard di servizio.

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Sono molto d’accordo con chi afferma che in Italia è necessaria una rivoluzione culturale: non si può continuare a pensare che la Sanità sia solo un costo. Alla politica le farmacie chiedono tre cose fondamentali: programmazione, concertazione e attuazione della legge dei servizi, che ha cambiato il volto della farmacia assegnandole un nuovo ruolo nell’assistenza territoriale. È evidente che anche su questo fronte sarà necessario aumentare le sinergie con l’industria e con la distribuzione: penso che questo sia veramente il momento giusto per farlo e che dalle parole dobbiamo passare ai fatti, guardando all’assetto complessivo del servizio farmaceutico. Il settore si è impoverito perché i prezzi sono diminuiti, dicono le aziende.

Questo è ancora più vero per le farmacie, pagate su un prezzo al pubblico drammaticamente diminuito negli ultimi 5 anni: non possiamo arretrare di più. Dobbiamo batterci tutti assieme perché il Ssn disponga delle risorse necessarie a garantire ai cittadini un’assistenza adeguata, perché sappiamo tutti che i cittadini – messi alle strette dalla crisi – iniziano anche a rinunciare alle cure, quando sarebbe invece necessario puntare sulla prevenzione. Il comparto farmaceutico ha bisogno di regole per programmare il futuro. Per la farmacia il primo passo da compiere sta nel reale sviluppo del proprio ruolo a livello territoriale: stiamo parlando del ruolo della farmacia all’interno dell’assistenza domiciliare integrata, stiamo parlando della presa in carico dei pazienti cronici, stiamo parlando del servizio Cup. Sono tutte cose che faciliterebbero la vita dei cittadini sgravando di costi i servizi ospedalieri e delle Asl: su questo fronte la farmacia può fare molto.

Il secondo obiettivo riguarda la remunerazione della farmacia che proprio recentemente è stata al centro di due battaglie stancanti. Abbiamo detto che il settore si è impoverito perché i prezzi sono diminuiti: dobbiamo lavorare assieme all’industria farmaceutica e alla distribuzione su questo fronte. Dobbiamo lavorare su questo. Le aziende dicono “per essere competitive abbiamo bisogno dell’innovazione”. Anche le farmacie ne hanno bisogno. Ora abbiamo una scadenza: quella del 30 giugno entro cui dovrebbe scattare il nuovo modello di remunerazione. Dobbiamo riuscire a rispettarla. E dobbiamo assolutamente rispettare anche l’appuntamento con il rinnovo della Convenzione farmaceutica, il nostro contratto con lo Stato, vecchio di 15 anni.

In questo arco di tempo sono cambiate troppe cose: la 405 ha portato i farmaci fuori dalla farmacia, il farmacista che è uscito dalla farmacia, le trattenute sono aumentate… Solo con una nuova convenzione e con l’attuazione della nuova normativa dei servizi potremo finalmente favorire un processo di deospedalizzazione e contribuire alla sostenibilità del sistema. Già adesso le farmacie stanno lavorando moltissimo sul futuro: ci stiamo occupando della Pharmaceutical care, stiamo verificando con una indagine sul campo quanto l’intervento della farmacia nella gestione della terapia migliora la compliance, riduce gli sprechi e può diventare una componente professionale ed economicamente importante nell’attività della farmacia.

Stiamo predisponendo degli studi sugli impatti economici e professionali dei nuovi servizi e stiamo estendendo ad altre realtà l’indagine sui costi reali della distribuzione diretta già realizzata in Friuli. Stiamo lavorando per dare alle farmacie degli strumenti concreti per affrontare questo nodo difficile. Abbiamo tantissime farmacie in crisi e vogliamo aiutarle a delineare un modello di farmacia moderna, vicina alla gente ed efficiente nei confronti delle strutture pubbliche.

L’auspicio è che la parte pubblica condivida le nostre proposte e adotti le soluzioni condivise per costruire una nuova farmacia che sia sempre vicina ai cittadini. Il mio appello è di lavorare insieme affinché le risorse che ci sono state tolte ritornino al nostro settore. Sono sicura che solo andando davvero assieme ce la faremo

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