Nel corso dell’assemblea nazionale di Federfarma, che si è tenuta il 14 dicembre 2016, è stata presentata e approvata una mozione d’ordine nella quale si chiede «di rinviare qualsiasi discussione inerente variazioni di statuto a momenti successivi all’insediamento del nuovo organigramma federale che è ormai prossimo a scadenza».
La questione dello statuto era stata discussa anche in una precedente assemblea del sindacato dei titolari di farmacia, che si era svolta nello scorso mese di ottobre. In quell’occasione, come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, le notizie trapelate parlavano di discussioni accese, in particolare per quanto concerne una possibile proposta di allargamento del numero dei componenti del consiglio direttivo. Lo scorso 27 ottobre la stessa Federfarma aveva fatto sapere di aver inviato alle associazioni territoriali «un prospetto con le proposte di modifica dello Statuto federale predisposte dalla commissione di lavoro e aggiornate dal Consiglio di presidenza». Una riforma basata su quattro principi: «Apertura del sindacato alle farmacie gestite in forma di società di capitale, tramite una rappresentatività “pesata”; allargamento della collegialità decisionale tramite l’ampliamento del Consiglio di presidenza a rappresentanti di tutte le Regioni e Province autonome; trasformazione del Consiglio delle regioni in un Consiglio delle commissioni permanenti con funzioni consultive, di studio, di istruzione e approfondimento tecnico delle problematiche della categoria; mantenimento dell’articolazione organizzativa su base provinciale e regionale, a prescindere dall’eventuale abolizione delle province a seguito di un’eventuale vittoria del “sì” al referendum confermativo del 4 dicembre prossimo». La consultazione referendaria ha visto però prevalere nettamente i “no”.
Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo, spiega che «la mozione presentata, che chiede di aspettare che venga insediata la nuova formazione dirigente di Federfarma prima di tornare a parlare di eventuali modifiche allo statuto, è stata approvata con 107 voti favorevoli e 76 contrari». «La proposta di variazione dello statuto era stata lanciata da tempo – ha commentato Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo – e tante associazioni provinciali avevano già detto che non era il caso di effettuare modifiche. Anche perché l’impegno del Consiglio di presidenza che fu dato nel 2015 era relativo alla questione dell’ingresso dei capitali. Visto che il Ddl Concorrenza non è ancora stato approvato, né si sa che fine farà, non vedo quale sia la fretta. Altra questione, l’allargamento dei membri del Consiglio a 21 potrebbe portare qualcuno a pensare male, proprio sotto elezioni. Detto ciò, il dato che esce dalle ultime assemblee è che l’attuale presidenza zoppica. E visto il periodo, con il rischio di cambiamenti importanti per la categoria, sarebbe forse bene che se ne prendesse atto e si anticipasse la data delle elezioni, per non correre il rischio di avere troppo a lungo una dirigenza poco rappresentativa del mondo attuale della farmacia».
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