«Federfarma ribadisce di aver inviato proprio oggi l’ennesima proposta concreta per contrastare ogni possibile criticità connessa all’approvvigionamento di mascherine e Dpi, tenendo a mente prioritariamente la salute della cittadinanza». È quanto spiega in una nota la Federazione unitaria farmacisti titolari di farmacia privata. In proposito, la sigla sottolinea che «sono stati a più riprese richiesti a tutte le amministrazioni competenti (ministeri della Salute, dello Sviluppo economico, dell’Economia e finanze, dipartimento della Protezione civile, Commissario straordinario di governo) una serie di chiarimenti per fare in modo che le farmacie stesse potessero vendere le mascherine a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici, che si ripercuotono negativamente sulla qualità del servizio ai cittadini».
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Ciò nonostante, secondo quanto riferisce Federfarma, nessuna delle proposte è stata presa in ascolto al punto da produrre dei miglioramenti della situazione sul territorio nazionale. In merito ai fenomeni speculativi Federfarma puntualizza che la stessa «si è da subito attivata per costituirsi parte civile contro soggetti, anche interni alla categoria, che si dovessero rivelare colpevoli».
Tuttavia, sul versante sanzionatorio, «l’unica cosa concreta che si è potuta constatare sono gli innumerevoli controlli effettuati dalle autorità preposte, con l’elevazione di pesantissimi sanzioni per il mancato rispetto di adempimenti burocratici e, ancor più grave, con il sequestro di dispositivi (per mancanze non certo imputabili alle farmacie), che non fanno altro che lasciare la popolazione esposta al rischio di contagio».
Alla luce di ciò, evidenzia Federfarma, «nessun cenno per spiegare l’alterazione dei prezzi alla fonte di cui le farmacie sono le prime vittime o per dire che le farmacie si assoggettano a condizioni capestro di acquisto pur di rendere disponibili le mascherine agli anziani, ai pazienti oncologici, a quelli che debbono seguire terapie in day hospital, alle donne in gravidanza».
Da qui, l’ipotesi di un appello alle farmacie: «A fronte di tutto ciò non sembra rimanere altra strada che suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine e dispositivi di protezione individuale». Ciò per il motivo che «il rischio più grande, al di là delle sanzioni inflitte, è quello che un’intera categoria, che si spende ogni giorno per il bene della collettività, venga annoverata odiosamente tra gli speculatori».
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