Fascia C, botta e risposta tra “Liberalizziamoci” e un farmacista
Sul social network Facebook continuano le discussioni sulla possibile liberalizzazione della fascia C. In questo caso, a dibattere sono un farmacista e la campagna “Liberalizziamoci”.
Mentre in commissione Industria al Senato prosegue la discussione sul disegno di legge sulla Concorrenza, la campagna “Liberalizziamoci” continua a perorare la causa della vendita libera dei farmaci di Fascia C. In un post pubblicato su Facebook si spiega che «gli emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C sono stati bocciati dalla X commissione del Senato. Resta da vedere cosa accadrà in Aula, ma la petizione comunque (e a maggior ragione) andrà avanti. Nel frattempo, l’unico fatto certo – incontrovertibile – è che dopo il 2006, nessuno dei governi che si sono succeduti, ancor più il governo Renzi, ha mai mostrato il minimo coraggio nell’affrontare il tema delle liberalizzazioni. L’impressione è che non si tratti di mancanza di audacia, semmai di “comunanza di interessi”. Occorre coraggio, infatti, per elaborare il primo Ddl Concorrenza in ritardo di 7 anni (era stato prescritto dalla “Legge Sviluppo” del 2009 a cadenza annuale…) privandolo pure di qualsiasi contenuto volto a promuovere l’apertura dei mercati e a garantire la tutela dei consumatori». «Ci sarà un Ddl – conclude il messaggio – ma senza Concorrenza», contrariamente alle necessità dei cittadini «che sono sempre meno elettori», dei farmacisti abilitati «che non possono svolgere la professione», e degli «operatori economici costretti a competere con regole inique. È questo “il governo delle riforme”?». A tali affermazioni ha risposto sul social network un farmacista, che domanda: «È meglio che professionisti laureati e qualificati diventino dipendenti della grande distribuzione organizzata? Perché la vostra proposta è questa, e io la traduco come un metodo perfetto per stroncare la crescita delle carriere». La replica dell’account di Liberalizziamoci non si è fatta attendere: «Voler impedire a un collega farmacista di svolgere pienamente la professione in parafarmacia, questo è stroncare una carriera». Il farmacista ha quindi contro-risposto: «Semmai impedirgli di svolgerla in farmacia facendolo lavorare in una parafarmacia è stroncare una carriera».
[Non perdere le novità di settore: iscriviti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Apri questo link]