
La sede della nuova “filiale” sarà fissata nella capitale, Belgrado; l’obiettivo dei vertici dell’azienda è di dare lavoro a 25 persone in loco e di raggiungere, entro i prossimi tre anni, un fatturato pari a 3 milioni di euro. La produzione, tuttavia, non si muoverà dagli stabilimenti pugliesi: «Non si tratta di una delocalizzazione all’estero», ha precisato l’amministratore unico di Farmalabor, Sergio Fontana, che ha sottolineato le ampie prospettive potenziali dell’allargamento in territorio serbo: «In quei mercati il made in Italy è un valore aggiunto riconosciuto perché legato alla serietà dei controlli effettuati nel nostro Paese». Una dinamica che potrebbe essere alimentata dalla crescita economica e industriale locale. Ma l’obiettivo è più ampio: l’azienda spera infatti di sfruttare la Serbia come un trampolino di lancio, per raggiungere anche altri Paesi: la rete commerciale dovrebbe così allargarsi anche al Montenegro, alla Macedonia e alla Repubblica di Bosnia-Erzegovina. Ma la speranza dell’azienda pugliese è soprattutto legata alla possibilità di accedere al mercato della Russia: un’opportunità resa concreta dall’assenza di barriere doganali tra Belgrado e Mosca.
Farmalabor ha fatto sapere che manterrà il controllo della nuova società serba, della quale controllerà una quota pari al 70% del capitale.
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