farmadaysIn tempi di crisi prolungata come quelli attuali tre appuntamenti annuali della categoria sono troppi per chi è preso dalle mille difficoltà di dover mandare avanti, con sempre più fatica, la propria attività. Con questa motivazione l’Utifar quest’anno ha deciso di rinunciare a organizzare Farmadays, l’evento che dal 2012 si è tenuto alla Fiera di Verona nel mese di ottobre. «Ci siamo resi conto che tre manifestazioni a livello nazionale sono troppe per il mondo della farmacia, per le aziende e, soprattutto, per i colleghi, che oggi sempre di meno riescono a staccarsi dalla propria attività dovendo sopportare orari dilatati e margini ridotti. Per questo motivo, con senso di responsabilità, abbiamo deciso di soprassedere all’organizzazione della nostra manifestazione nazionale, sempre con la speranza che si possa arrivare ad un unico momento annuale di incontro dei farmacisti, nel quale tutte le organizzazioni di categoria possano convergere. Tale auspicio, che fu la nostra motivazione di partenza, rimane per Utifar più attuale che mai». Queste le parole con cui il presidente dell’Unione tecnica italiana farmacisti, Eugenio Leopardi, spiega l’addio all’appuntamento.

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Non si tratterà, comunque, di un addio definitivo; l’intento, spiega Leopardi a FarmaciaVirutale.it, è di mantenere Farmadays come idea di spazio al cambiamento, cercando di realizzarla in momenti locali e in un unico momento nazionale. Un appello anche a Fofi e Federfarma, quindi, perché «in un momento di difficoltà bisogna dimostrare di essere uniti ed essere forti». Il Consiglio di Utifar ha deciso di dare un altro volto ai propri momenti di relazione con i colleghi. «Gli incontri di Utifar – spiega Leopardi – continueranno con manifestazioni a carattere locale, mantenendo lo stesso spirito innovativo che ha sempre contraddistinto tutte le iniziative dell’associazione: il cambiamento e l’innovazione». «Essere al passo con i tempi», secondo il numero uno di Utifar, «vuol dire riaffermare quel ruolo di elemento indispensabile per la società, che ultimamente mi sembra che sia sempre meno considerato. Gli ultimi provvedimenti sulle preparazioni galeniche e sull’ossigeno lo dimostrano».

Per Leopardi questi ultimi non sono che esempi di incongruenze da parte dello Stato, «che ci elogia a parole, ma non con i fatti». «Se siamo bravi – afferma Leopardi – lo Stato ci dia gli strumenti e sostenga le nostre aziende, dato che il 30% è in difficoltà, se no lo dica apertamente». Perché, si chiede infatti, il farmacista non può allestire una preparazione con due o tre delle sostanze vietate dall’ultimo decreto, mentre può spedire una ricetta con tre specialità contenenti quelle sostanze? «Una riflessione va fatta – sottolinea –, il farmacista nasce come preparatore, non possiamo accettarlo». Mentre sul fronte delle bombole d’ossigeno, il rischio è di arrivare alla dispensazione diretta da parte delle aziende produttrici, con ulteriore danno a farmacisti e pazienti. Perché, si chiede ancora Leopardi, non lasciare al cittadino la possibilità di approvvigionarsi di ossigeno quando necessario nella propria farmacia, che offre un presidio anche nelle ore notturne e nei giorni festivi? Di fronte a tutto questo, afferma il numero uno di Utifar, «dobbiamo reagire con forza».

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