Uno studio condotto all’Ospedale Pequeno Príncipe in Brasile ha messo in luce il ruolo dei farmacisti nei programmi di stewardship antimicrobica (Asp) per il trattamento delle infezioni da Staphylococcus aureus nei pazienti pediatrici. La ricerca, dal titolo “Pharmacist-led antimicrobial stewardship program in the treatment of Staphylococcus aureus bacteraemia in paediatric patients: a multivariate analysis”, ha analizzato dati relativi a un periodo di otto anni e ha dimostrato come l’implementazione di un Asp guidato da farmacisti abbia portato a un significativo miglioramento della qualità delle cure e a una riduzione degli esiti negativi.

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I dati messi a confronto su due periodi diversi

Lo studio ha confrontato due periodi: pre-intervento (2014-2016) e intervento (2017-2021), durante il quale è stato rafforzato il ruolo dei farmacisti clinici all’interno dell’Asp. I risultati hanno evidenziato un aumento dell’aderenza a un bundle di cura standardizzato per le batteriemie da S. aureus, passando dall’11% al 29% tra i due periodi. In particolare, è migliorata significativamente l’aderenza a elementi chiave come il controllo precoce della fonte di infezione e la de-escalation a oxacillina per i ceppi sensibili alla meticillina.

Impatto positivo sugli esiti clinici

L’analisi ha rivelato che i pazienti seguiti durante il periodo di intervento avevano una probabilità significativamente inferiore di andare incontro a fallimento terapeutico, definito come mortalità correlata all’infezione o reinfezione entro 90 giorni. Ciò ha dimostrato l’impatto positivo dell’Asp guidato da farmacisti nel ridurre gli esiti negativi. Lo studio ha identificato alcuni fattori di rischio per esiti sfavorevoli, tra cui l’età compresa tra 28 giorni e 12 mesi, l’utilizzo di più di tre regimi antibiotici e il ritardo nella rimozione del focus iniziale di infezione. Le informazioni possono guidare i team Asp nell’identificare i pazienti a maggior rischio che necessitano di un monitoraggio più attento.

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