Farmacisti-grossisti, il CGA siciliano accoglie due ricorsi

Gli appelli presentati da due titolari di farmacie autorizzate alla distribuzione all’ingrosso sono stati accolti dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana (CGA, il massimo organismo di giustizia amministrativa operante sul territorio dell’isola). I due procedimenti si riferivano ad altrettante ordinanze cautelari del Tar della Sicilia (sezione di Catania), depositate il 30 marzo 2016, nelle quali veniva intimato ai due professionisti di «non vendere medicinali acquistati con il codice della farmacia a distributori all’ingrosso o ad altre farmacie».
La decisione della CGA dunque ribalta il primo grado di giudizio: il CGA ha ritenuto infatti che «l’appello evidenzia profili favorevolmente apprezzabili e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito». In questo senso, l’Associazione Nazionale Farmacisti Grossisti (ANFG) ha spiegato che «il CGA sembra allinearsi, così, a quanto sostenuto nelle ordinanze di febbraio dai colleghi laziali, secondo i quali la garanzia della tracciabilità dei farmaci e della corretta dispensazione degli stessi al pubblico non appaiono messi a rischio dallo svolgimento della cosiddetta “doppia attività”, considerando che “non è in discussione la legittimità dell’esercizio, da parte del medesimo farmacista, rispettivamente dell’attività di grossista e di farmacia per uso umano con separati codici identificativi”. I giudici del Tar Lazio, giova ricordarlo, stabilivano inoltre che “non si rinviene tuttavia una norma che esplicitamente impedisca al medesimo farmacista passaggi interni di medicinali dalla farmacia al magazzino di grossista”. Ma soprattutto che “non è stato dimostrato come la disponibilità sul territorio anche del magazzino del farmacista-grossista possa ragionevolmente generare il paventato deficit di disponibilità di farmaci da parte della farmacia gestita dal medesimo professionista”».
L’ANFG conclude ricordando di essere «da sempre attiva per difendere la professionalità e la correttezza dell’operato della categoria che rappresenta», e sottolineando di «prendere atto delle positive ordinanze del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana».