Un progetto della Federazione farmaceutica internazionale ha esaminato il contributo dei farmacisti nell’alfabetizzazione sanitaria con campagne di salute pubblica e iniziative di educazione paziente. La ricerca, che ha coinvolto 149 professionisti da 52 nazioni e 22 organizzazioni membri di 21 paesi, delinea un panorama complesso caratterizzato da un forte impegno professionale, ma anche da ostacoli di natura sistemica. I dati hanno evidenziato come i farmacisti operino in settori chiave come la sicurezza dei farmaci, l’aderenza terapeutica, la gestione delle malattie croniche e le campagne vaccinali. Tuttavia, la piena realizzazione del potenziale è limitata da vincoli come la carenza di incentivi, il carico di lavoro e un supporto istituzionale non sempre adeguato.

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Strategie e collaborazioni per un approccio sistemico

Le iniziative di salute pubblica guidate dai farmacisti spesso nascono da sforzi autonomi o sono promosse dalle associazioni di categoria. Esempi vedono campagne per l’uso razionale degli antibiotici in Norvegia e Uganda, e programmi di gestione delle malattie croniche in Portogallo e India. Il successo di tali attività è frequentemente legato a collaborazioni interprofessionali e accademiche. A Malta, la formazione congiunta di studenti di farmacia e medicina favorisce l’integrazione nel sistema sanitario. Il contributo dei farmacisti durante la pandemia da Covid-19 ha ulteriormente dimostrato la loro capacità di essere punti di riferimento affidabili per la comunità. Nonostante ciò, l’assenza di quadri normativi chiari e di modelli di remunerazione sostenibili per servizi oltre la dispensazione sono barriere rilevanti in molti contesti nazionali.

Formazione e strumenti digitali come leve per il futuro

Per consolidare il ruolo del farmacista nell’alfabetizzazione sanitaria, lo studio Fip ha identificato le necessità di supporto. È emersa la richiesta di sviluppo di competenze in comunicazione, progettazione di campagne e gestione delle malattie croniche, unita alla necessità di accesso a materiali educativi multilingue e basati su evidenze. L’adozione di strumenti digitali, sebbene in crescita, non è omogenea. Ostacoli come la literacy digitale dei pazienti, infrastrutture inadeguate e preoccupazioni sulla privacy ne limitano la diffusione. La creazione di percorsi di formazione continua accreditati e il riconoscimento formale delle attività da parte delle istituzioni sono considerati fattori abilitanti cruciali. Rafforzare tali aspetti permetterebbe alle farmacie di consolidarsi come hub sanitari di comunità, ampliando il loro impatto sulla salute pubblica.

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