Farmacisti di parafarmacia discriminatiNon si arresta il botta e risposta tra il presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiana, Davide Giuseppe Gullotta, e il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi. Come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, il primo ha lamentato quella che a suo avviso è una «discriminazione» da parte di alcune farmacie comunali, in particolare una di Brindisi, che ha escluso l’esperienza maturata nelle parafarmacie ai fini della partecipazione ad un concorso. Gizzi ha quindi replicato spiegando che per il ruolo che era messo a bando era naturale chiedere di aver lavorato in una farmacia, date le diverse mansioni che la legge oggi concede a un farmacista di parafarmacia rispetto ad uno di farmacia. A tali parole ha nuovamente risposto Gullotta, affermando che «è pacifico che un farmacista in farmacia, nel corso degli anni, ha possibilità di dispensare più tipologie di farmaci e quindi anche di affrontare diverse tipologie di ricette e situazioni. Il problema non risiede solo in questo singolo bando, che noi continuiamo a ritenere sbagliato e discriminatorio nella sua formulazione. Risiede nell’attuale sistema di accesso alla professione e di distribuzione del farmaco che crea tali assurdità ed incongruenze all’interno della stessa categoria professionale». Il dirigente ha quindi aggiunto che «le farmacie comunali sono diventate porta di accesso per il capitale privato, con centinaia di farmacie comunali concesse in gestione per 99 anni a multinazionali estere, ancora prima che entrasse in vigore la legge sulla Concorrenza». Di qui la contro-replica di Assofarn, che ha confermato il proprio sostegno alle scelte dell’azienda di Brindisi e si è detta «non interessata ad alcuna ulteriore forma di polemica». Ribadendo che «le farmacie comunali non sono state affatto porta di accesso del capitale, così come sempre sostenuto anche con dichiarazioni ufficiali, ma la legge, di cui tutti ne dovrebbero essere a conoscenza, ha permesso di concedere la gestione delle farmacie a forme differenti di capitali, ferma restando la titolarità delle stesse in capo ai Comuni. Forme che hanno permesso di garantire le migliori opportunità di servizio ed i migliori livelli di qualità all’interno del sistema». Sulla vicenda è intervenuto anche il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, il cui vice-presidente Fabio Romiti ha spiegato: «Con il presidente di Assofarm Gizzi abbiamo condiviso in passato molte posizioni che tentavano di riportare all’interno della categoria unità d’intenti e una visione comune del cammino da compiere. Cammino che aveva necessità di essere “ripulito” da inutili e controproducenti egoismi. È per tale motivo che la difesa d’ufficio in questa occasione appare incomprensibile. È vero che per il ruolo oggetto del bando servono competenze precise, ma escludere, perché di questo si tratta, farmacisti che operano nelle parafarmacie e quelli ospedalieri appare del tutto ingiustificato. Perché, invece di fare una sorta di selezione a priori, non verificare la sussistenza di tali competenze attraverso l’iter concorsuale?».

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