
Dello stesso avviso Elisabetta Rossin, esperta in farmacologia e farmacia ospedaliera, secondo la quale occorre sviluppare «una crescente interazione tra farmacista ospedaliero e territoriale poiché il farmacista è frequentemente l’ultimo professionista che interagisce col paziente prima che il farmaco venga dispensato. Assume quindi, un ruolo fondamentale nella gestione del paziente su aderenza terapeutica, alimentazione e rischi di interazioni farmacologiche, benessere psichico e oncologia estetica». «Anche la conoscenza delle interazioni tra farmaci è indispensabile per evitare spiacevoli situazioni che si possono verificare durante la co-somministrazione di farmaci e farmaci antitumorali, erbe medicinali o prodotti omeopatici – aggiunge Paolo Vintani, farmacista e vice presidente di Federfarma Milano -. La coraggiosa sfida che intraprende FarmacistaPiù 2016 sviluppando la basi culturali e metodologiche della Farmacia oncologica è una risposta concreta ai nuovi modelli di pharmaceutical care che nobilitano il farmacista da dispensatore del farmaco ad educatore e consulente in materia sanitaria».
Rachele Aspesi – farmacista e dietista, segretario dell’Ordine di Varese – sottolinea poi «l’importanza dell’alimentazione assunta durante il trattamento con farmaci oncologici, che viene spesso sottovalutata», mentre Lara Bellardita – psicoterapeuta – spiega che «i familiari fanno ancor più fatica dei pazienti stessi ad affrontare e gestire la propria sofferenza, e quando questo succede l’impatto sul percorso di cura del paziente può farsi sentire. Il farmacista può essere visto come un volto amico e competente che diventa un riferimento anche per i familiari».
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