L’Assemblea dell’Unione europea farmacie sociali (Uefs), tenutasi a Napoli il 25 e 26 settembre 2025, ha avuto come argomento centrale la figura del farmacista prescrittore. L’incontro ha riunito le principali organizzazioni del settore a livello continentale per analizzare esperienze sviluppate in alcune nazioni e valutare la loro potenziale applicazione in contesti nazionali differenti. L’evento è stato un momento di confronto sulle possibili evoluzioni del ruolo professionale del farmacista.

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Centralità al Testo unico della farmaceutica

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, in apertura dei lavori, ha fatto riferimento all’approvato Testo unico della farmaceutica, indicandolo come base legislativa solida per i futuri progetti di riforma della farmacia territoriale. Secondo la sua visione, il farmacista prescrittore potrebbe ricoprire un ruolo determinante per una più stretta integrazione tra la farmacia e il servizio sanitario pubblico. Una posizione che trova da tempo sostenitori nelle Farmacie Comunali Italiane, il cui vice presidente Andrea Porcaro D’Ambrosio ha ricordato come la materia sia stata recentemente affrontata nell’Officina di Galeno a Pisa, evidenziando l’esistenza di casi di successo in diverse nazioni del Nord Europa e le condizioni favorevoli per un serio esame della questione in Italia.

Modello della farmacia del futuro è già realtà

Il presidente Uefs e presidente onorario di Assofarm Venanzio Gizzi ha osservato come l’Italia presenti un ritardo su tale specifico tema rispetto ad altri partner, pur sottolineando che il valore della Federazione risieda proprio nella capacità di scambio e mutuo aiuto tra esperienze di successo maturate in territori differenti. Domenico Della Gatta, coordinatore di Assofarm Campania, ha precisato che la proposta non intende essere divisiva ma punta a un potenziamento della collaborazione inter-professionale. Il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli Vincenzo Santagada, rievocando un articolo del 2010 che descriveva una farmacia avveniristica, ha affermato che quel modello è oggi realtà, aggiungendo che per realizzare il farmacista prescrittore sono necessari percorsi formativi specialistici e un quadro normativo stabile.

Contributi accademici e prospettive internazionali

Antonio Gaudioso, docente X-Lab Health presso la Luiss di Roma, ha portato l’attenzione sul tema delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi, citando i differenziali di copertura negli screening per il colon retto tra regioni italiane. I dati indicano un incremento degli indicatori laddove è stato previsto il coinvolgimento dei farmacisti, suggerendo che la farmacia possa costituire un alleato nella riduzione delle disparità. Massimo Mercati, presidente di Apoteca Natura e Farmacie Fiorentine Afam, ha incentrato il proprio intervento sulle sinergie tra il rafforzamento della dimensione consulenziale del farmacista e il miglioramento degli equilibri economici delle imprese farmaceutiche.

Le esperienze internazionali

Tra i contributi internazionali, il farmacista Jonathan Burton ha portato l’esperienza scozzese, caratterizzata da una crescita costante della domanda di prescrizioni in farmacia. Secondo Burton, l’evoluzione comporta sfide di natura tecnica e di ordine etico. Il farmacista ha sollecitato una riflessione profonda sulle motivazioni e sulle responsabilità connesse al passo in avanti professionale. Ulteriori spunti sono giunti dalla tavola rotonda con tre giovani farmacisti italiani operanti come prescrittori in Francia, Regno Unito e Svizzera, dai cui resoconti è emersa la centralità di competenze tecnico-scientifiche avanzate e di un’infrastruttura tecnologica robusta.

Le prospettive future secondo Schito

A tirare le conclusioni della due giorni è stato il segretario generale Assofarm Francesco Schito, secondo cui «quando scegliemmo di dedicare il nostro incontro a questo tema, qualche timore lo avevamo. Poi un giorno leggo che l’84,2% dei farmacisti italiani sono favorevoli all’introduzione del farmacista prescrittore. Un dato che fa riflettere, e che suggerisce il fatto che il terreno possa essere più fertile di quanto a si possa pensare. D’altronde, l’esperienza ci insegna che l’unico modo per vincere resistenze e pregiudizi è quello di confrontarsi senza paura, pubblicare dati e opinioni, ascoltare i dubbi altrui. Noi abbiamo iniziato a farlo e continueremo con entusiasmo».

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