farmacista di dipartimentoTuttavia sperimentazione già promossa da Ministero, Sifo e Fofi su scala nazionale, incluso l’Oncologico di Bari, è stata ignorata dalla Regione Puglia.

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

Apprendo con piacere che in Consiglio regionale è stata presentato un ddl per l’istituzione della figura del Farmacista di dipartimento nell’ambito del sistema sanitario regionale. Devo ricordare che Ministero della Salute, Sifo e Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani hanno già sperimentato su scala nazionale la presenza de farmacista nei reparti ospedalieri con esiti assolutamente positivi riguardo, in particolare, alla riduzione drastica degli eventi avversi da farmaci, l’aumento dei livelli di aderenza alle terapie e il calo dei costi diretti e indiretti. Tra i cinque ospedali inseriti nella sperimentazione vi era anche l’Istituto Oncologico di Bari. Questi esiti positivi evidenziano come tutela della salute e governo della spesa possano viaggiare sullo stesso binario ponendo al centro la sicurezza del paziente.
Però c’è un punto di criticità: in Puglia gli organici dei farmacisti pubblici sono assolutamente inadeguati rispetto alle esigenze assistenziali e finanche inferiori rispetto al fabbisogno indicato dalla pianta organica. Era stato raggiunto un consenso unanime sul proficuo lavoro svolto dai farmacisti destinati alla task force per la Farmacovigilanza, ma la Regione Puglia non ha saputo conservare questo patrimonio di competenze che si erano formate – anche grazie alla stretta collaborazione con l’Università di Bari-Dipartimento di Scienze del Farmaco che nel 2011 ha inaugurato un master proprio per la formazione del farmacista di reparto – per sovrintendere un ambito di assoluto rilievo che è stato, invece, inaspettatamente cancellato.
Eppure studi internazionali e nazionali hanno dimostrato che il 30% circa dei pazienti ospedalizzati va incontro ad un evento avverso causato da farmaci. L’errore può essere indotto in momenti diversi del percorso diagnostico e terapeutico, dalla prescrizione alla trascrizione, all’etichettatura fino alla somministrazione. I numeri, in questo senso, parlano chiaro.
Uno studio effettuato nel 2011 dal Ministero della Salute, infatti, evidenziava in Italia dati preoccupanti: il 4% dei ricoveri era dovuto ad errori di terapia. Praticamente su 8 milioni di ricoveri annui, 320 mila i pazienti costretti all’ospedalizzazione per danni causati da farmaci. Anche i decessi dovuti allo stesso problema risultavano alti con 35 mila decessi all’anno per questo tipo di danni, praticamente un numero sei volte superiore a quello di morti dovute ad incidenti stradali.
Affrontando, come dimostrano riscontri oggettivi, la gestione del rischio clinico in maniera multidisciplinare, con il coinvolgimento di tutte le figure sanitarie, compreso il farmacista di reparto, verrebbero drasticamente ridotti i danni alle persone e tenuti sotto controllo i conti a beneficio dei servizi. Quindi, mi auguro, che la Regione Puglia sappia tenerne conto”.
Lo dichiara il sen. D’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI 12^ Commissione Igiene e Sanità Senato.

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.