L’Unione europea delle farmacie sociali (Uefs) risponde con i propri mezzi alla crisi umanitaria generata dalla guerra in Ucraina. A farlo sapere è Assofarm, la quale ha reso noto che «la rete di oltre 3.500 farmacie e di una decina di grandi distributori presenti in otto paesi europei stanno attivando un sistema di donazioni di farmaci e materiale sanitario a favore delle popolazioni ucraine ancora presenti sul territorio nazionale e di chi è scappato nei primi centri di accoglienza esterni al paese». Nel dettaglio «le donazioni raccolte saranno distribuite attraverso l’Emergency response coordination centre (Ercc) della Commissione Europea, un canale istituzionale che assicura trasparenza, affidabilità e gestione efficiente e sinergica degli aiuti».

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Contributi sulla base di bisogni locali

Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm e presidente di turno di Uefs, ha evidenziato come si sia «attivata nei giorni immediatamente successivi i primi attacchi militari quando fu subito chiaro che i combattimenti avrebbero generato distruzioni alle infrastrutture sanitarie e masse di sfollati. L’evolvere repentino e sempre più drammatico degli eventi, ci ha spinto ad attendere che la macchina europea degli aiuti si organizzasse in modo che i nostri contributi potessero essere sfruttati al meglio, in base ai bisogni locali e alle capacità di assorbimento. Ora siamo pronti e siamo certi che lo saranno anche i cittadini europei che ogni giorno si recano nelle nostre farmacie».

Fofi e Farmacisti volontari in azione

Oltre al caso citato delle Farmacie sociali europee è utile ricordare la raccolta di donazioni, catalogazione e stoccaggio di farmaci indispensabili. Si tratta di alcune delle iniziative per l’Ucraina messe in atto dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) e dai Farmacisti volontari, mobilitati per far giungere medicinali alle popolazioni dell’Ucraina. A farlo sapere sono state le stesse organizzazioni, le quali hanno reso noto di aver accolto «la richiesta del Dipartimento nazionale di Protezione civile, avviando una raccolta farmaci in favore delle popolazioni colpite dalla guerra, con specifico ed esclusivo riferimento alla lista fornita dalla Commissione Europea».

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