farmacie online illegaliIl bollino comune che dovrebbe consentire di distinguere le vere farmacie online da quelle che si spacciano per essere tali potrebbe non essere sicuro. Anzi, la sua contraffazione potrebbe essere piuttosto semplice, a causa di una serie di vulnerabilità. A confermarlo – dopo l’interrogazione parlamentare alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin (la numero 3-02007) del presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani e vice presidente di Fofi, Sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri – è Andrea Di Nicola, coordinatore del team di ricerche eCrime dell’università di Trento, primo gruppo di ricerca al mondo che si occupa di criminologia online utilizzando un approccio multidisciplinare (criminologia, giurisprudenza, statistica, IT).
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, lo stesso istituto ha presentato il 17 dicembre i risultati i risultati di Fakecare, progetto triennale che si conclude nel 2015, finanziato con oltre 365 mila euro dalla Commissione europea, al fine di sviluppare software e strumenti innovativi nella lotta alla contraffazione online. «Così è nato Fast (acronimo di Fakecare Alert System Tool) – spiega il quotidiano economico – l’algoritmo “detective” che monitora, incrocia, analizza i flussi di dati e consente alle forze dell’ordine e a Interpol di verificare quali siti web di farmacie siano legali e quali no». Si tratta dello stesso apparecchio già testato nel corso dell’operazione Pangea, condotta un anno fa da Interpol, «che ha consentito la chiusura di circa 11.800 siti web illegali. Incrociando gli schemi e le caratteristiche ricorrenti tipiche dei siti web illegali con liste costantemente aggiornate di indirizzi di farmacie online non legali – ha spiegato Di Nicola – siamo in grado, attraverso i legami che ci sono, di distinguere quali siti che vendono farmaci lo fanno in regola e quali invece no. Con una precisione dimostrata del 95 per cento».
Ma non è tutto: il gruppo di ricerca ha anche presentato un “bollino digitale” da apporre sui siti delle farmacie, «che dialoga con l’utente e che ne garantisce la conformità a oltre 10 standard di sicurezza, per assicurare l’autenticità del sito web e superare le debolezze del logo Ue. Quest’ultimo sarebbe infatti falsificabile, spiegano gli esperti trentini, in pochi minuti. «Abbiamo mappato per sei mesi – conclude Di Nicola – il comportamento di migliaia di clienti potenziali di farmacie illegali, costruendo due falsi siti web di farmaci illegali. Abbiamo avuto oltre 5 mila potenziali clienti, che cercavano soprattutto farmaci ritenuti “imbarazzanti” da richiedere al banco».
Sul tema FarmaciaVirtuale.it aveva riportato un’interrogazione parlamentare presentata dal vicepresidente Fofi sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, nella quale il senatore chiedeva informazioni proprio sul fenomeno del cybersquatting, cioè lo sfruttamento illegale online di un marchio, e sul phishing, la raccolta ingannevole di dati degli utenti (come, ad esempio, i numeri delle carte di credito). Il ministero aveva risposto che l’Aifa avrebbe rilasciato a tutti gli operatori che effettueranno la vendita online uno strumento progettato in conformità alle indicazioni dell’Unione europea. E aveva aggiunto che la Commissione europea ha previsto ulteriori misure di cautela, come la copertura brevettuale del logo. Misure che però, secondo Di Nicola, potrebbero non essere sufficienti.

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