farmacie in zone disagiateLa regione Toscana tende una mano alle farmacie ubicate in zone disagiate, per garantire un’assistenza farmaceutica capillare su tutto il territorio: per l’anno in corso stanzierà complessivamente 300 mila euro. Il contributo per il mantenimento dell’esercizio, erogato su base annuale, è previsto dall’articolo 6 della legge regionale 37 del 2004. La somma di 300 mila euro corrisponde al tetto massimo previsto dalla legge stessa.

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Potranno fare richiesta per il sussidio tutte le farmacie aventi diritto, pubbliche e private, che rispondano ad alcuni criteri specifici: oltre all’ubicazione in zone rurali e isolate, quello fondamentale consiste nel non aver superato il volume d’affari di 329 mila euro nel 2014 (dato ricavabile dalla dichiarazione Iva). Per chi ha aperto l’attività nel corso del 2014, il volume d’affari sarà calcolato tramite una proiezione mensile. Ogni farmacia potrà chiedere un contributo compreso tra i 6 mila e i 12 mila euro, fino all’esaurimento dei fondi stanziati per quest’anno. I titolari avranno tempo fino a mercoledì 30 settembre per presentare la domanda, tramite i moduli che si possono scaricare dal sito www.regione.toscana.it/sst. La graduatoria dei beneficiari sarà pubblicata entro la fine di quest’anno.

«Il diritto alla salute significa tra l’altro anche pari opportunità di accesso ai farmaci – ha dichiarato tramite una nota Stefania Saccardi, Assessore alle politiche sociali, allo sport e alla sanità e vice-presidente regionale con deleghe a Welfare, Politiche per la casa e Integrazione socio-sanitaria –. Con il sostegno alle farmacie pubbliche e private collocate in situazioni di svantaggio rispetto ad altre e dunque a possibile rischio di chiusura, la Regione vuole contribuire a far sì che capillarmente i cittadini abbiano le stesse possibilità, anche quando vivano in zone meno accessibili, di rifornirsi dei prodotti farmaceutici necessari». In sintesi, un tassello per garantire un servizio essenziale per la popolazione e, più in generale, tutelare la qualità della vita degli abitanti delle zone più isolate e fragili, scongiurando l’eventualità che vadano incontro a un progressivo spopolamento.

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