«Aumentano le “tasse di farmacia”, i sovrapprezzi che remunerano i farmacisti tenendo conto delle prestazioni offerte». È con queste parole che un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano dell’11 dicembre 2017 introduce la notizia del decreto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, attraverso il quale è stato disposto un aumento della tariffa per la dispensazione di farmaci in orario notturno. Essa passa da 3,87 a 7,5 euro, «fino ad arrivare a 10 euro in alcune zone». «Il decreto del ministero – precisa il giornale – ha disposto un nuovo metodo di determinazione del prezzo in modo estemporaneo e integrale, sia per i medicinali ad uso umano che per quelli veterinari». Le associazioni di categoria, da parte loro, riferiscono di incrementi dal 40% al 100%. «Con il provvedimento si penalizza pesantemente proprio l’utenza che si trova costretta a reperire un farmaco negli orari più disagiati per fronteggiare un’emergenza, un medicinale per un anziano o un bambino che sta male, per un implacabile mal di denti, una colica o banalmente per avere un anticoncezionale», ha aggiunto Il Fatto.
«In realtà è stato semplicemente adeguato il dato, cosa che da moltissimi anni, dal 1993, non era stata fatta – ha risposto a FarmaciaVirtuale.it il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo -. Di certo non è una colpa che possiamo attribuire all’attuale ministro, casomai ai governi che lo hanno preceduto o alle Federfarma degli anni passati». L’articolo del Fatto è stato ripreso da numerose testate, che in alcuni casi parlano anche apertamente di «stangata» a carico dei cittadini. «Il Fatto Quotidiano stigmatizza l’aumento – ha aggiunto il dirigente – ma ci tengo a sottolineare che anche i prezzi dei giornali sono cresciuti nel corso del tempo: nel 1993 il costo di una copia era di circa 60 centesimi. Si mettano allora anche loro una mano sulla coscienza, altrimenti tutto questo è francamente ridicolo. Tra l’altro non è vero che si tratta di un aggravio a carico del cittadino, perché se il farmaco è urgente, su prescrizione della guardia medica o del pronto soccorso, il costo è a carico del Servizio sanitario nazionale. Si stanno dicendo delle cose che non sono corrette. Poi certo, se un paziente viene a comprare l’Aspirina alle due di notte, è un altro discorso».
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