“Sustainability in health care: the role of the pharmacist and pharmacy practice” è un report pubblicato dall’International pharmaceutical federation (Fip) che espone quanto emerso nel corso di una tavola rotonda di esperti, riunitisi lo scorso febbraio 2023. Il meeting si è tenuto per esaminare il duplice ruolo del farmacista nel contribuire da un lato alla sostenibilità ambientale nella propria pratica quotidiana e, dall’altro, ad assistere pazienti affetti da patologie causate da fattori ambientali, come l’inquinamento. «I farmacisti sono fondamentali per gestire le cure respiratorie e sollecitare un cambiamento pratico tra i pazienti nelle loro comunità – dichiara la Fip –. Possono migliorare i risultati sulla salute consentendo una diagnosi tempestiva attraverso meccanismi di screening precoce, ottimizzare la selezione dei farmaci e fornire istruzioni e consulenza ai pazienti. Possono inoltre supportare i pazienti in modo proattivo nell’adozione di misure preventive contro l’inquinamento atmosferico per migliorare il benessere respiratorio». La tavola rotonda ha cercato di identificare e mappare programmi educativi e processi di valutazione a supporto del team della farmacia, comprendere e stabilire priorità e strategie, identificare le opportunità per la farmacia, capire e misurare l’impatto sociale degli interventi farmaceutici sulla sostenibilità.
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Le buone pratiche da seguire e promuovere
Secondo la Fip i farmacisti, in quanto professionisti sanitari che godono di grande fiducia, sono in grado di dare l’esempio e di orientare scelte e comportamenti altrui verso abitudini virtuose. Devono però continuare ad aggiornarsi sui temi legati all’ambiente e alle sue ripercussioni sulla salute, che si evolvono costantemente e richiedono conoscenza e competenze specifiche. Tra le pratiche principali a tutela dell’ambiente, i farmacisti devono agire sull’impatto derivante dai farmaci e, in particolare, dal loro smaltimento. «Non tutti i paesi hanno una strategia specifica per lo smaltimento dei medicinali e non tutti i farmacisti territoriali sono a conoscenza delle modalità di smaltimento – si legge nel report della Fip –. Attraverso l’istruzione e la formazione continua, i farmacisti possono essere eruditi sui modi adeguati per smaltire i medicinali e su come ciò influisca sulle emissioni di carbonio». Nell’ambito della pratica quotidiana e della gestione della farmacia, si può inoltre contribuire a ridurre energia e sprechi.
Le priorità da attuare
A livello operativo, la Fip ha stilato una lista di azioni concrete che possono costituire un programma di miglioramento della sostenibilità nella pratica farmaceutica. Secondo la Federazione, questo processo deve essere sostenuto dall’ampliamento dell’ambito di attività dei farmacisti, dall’accesso alle cure nelle comunità meno servite e dall’implementazione di strumenti tecnologici fondamentali come le cartelle cliniche elettroniche, la telemedicina e i sistemi di gestione dei farmaci. Come si legge nel report, questi elementi permettono ai farmacisti di «svolgere un ruolo importante nell’affrontare problemi di salute ambientale, come l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico. È necessario inoltre che le organizzazioni farmaceutiche diano la priorità a misurare l’impatto della pratica farmaceutica sulla salute della popolazione. Ciò richiede investimenti nella ricerca e nella valutazione per quantificare il valore della pratica farmaceutica e utilizzare questi dati per informare i decisori politici e i professionisti. Nel promuovere la pratica farmaceutica e migliorare i risultati sulla salute dei pazienti, le organizzazioni farmaceutiche dovrebbero collaborare con altri professionisti sanitari e stakeholder».
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