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MONTEBELLUNA Farmacie comunali: i dipendenti vogliono cercare di acquistare l’esercizio che ha sede in pieno centro cittadino. «Rischiamo la disoccupazione, la compriamo noi» dicono. Sabato il consiglio comunale di Montebelluna voterà la perizia di stima, per la vendita della farmacia comunale e i dipendenti affilano le armi, per difendere il loro posto di lavoro. «Siamo persuasi che per quanti accorgimenti si adotteranno nella vendita, nessuno sia in grado di assicurarci che non perderemo il nostro impiego» spiega il dottor Andrea Marin, direttore della farmacia di corso Mazzini «cercheremo quindi di far valere il diritto di prelazione, per garantirci un futuro lavorativo». Marin è determinato e al tempo stesso amareggiato per questa vicenda che rischia di compromettere non solo il suo futuro ma anche quello degli altri quattro farmacisti e due magazzinieri che lavorano con lui, verso i quali si sente caricato della responsabilità di tutelarne gli interessi professionali. A questo punto a determinare la possibilità che i dipendenti rilevino la farmacia sarà proprio la stima che il Comune approverà, sempre che l’amministrazione non apra un tavolo di trattativa, per andare incontro ai lavoratori al fine di ottenere la sperata vendita, assicurando al contempo un futuro certo ai dipendenti. «Abbiamo uno staff di primordine, che non merita di avere la sfortunata sorte dei colleghi della ex farmacia comunale di Busta, venduta due anni fa dalla precedente amministrazione, con accluso il personale che ad oggi ha dovuto, in buona parte, cercare altre occupazioni» prosegue il direttore della farmacia «purtroppo chi compra non è tenuto a tenere i lavoratori fino al pensionamento e potrebbe licenziarli anche 5 minuti dopo aver acquisito la proprietà». Il momento non è facile perché in provincia di Treviso ci sono almeno 40 farmacie in vendita e vista la crisi gli interessati scarseggiano. «Svendere proprio no, è incoerente ed anche inutile» commenta il sindaco Marzio Favaro «con gli eventuali acquirenti esigeremo il rispetto delle norme dei lavoratori: certo con il cambio di proprietà è inevitabile che si apra un confronto». Il primo cittadino spiega poi che la cessione è un epilogo inesorabile poiché queste sono le indicazioni del legislatore prosegue: «Abbiamo resistito fino ad ora ma a fronte del grave dissesto economico del Comune e delle esigenze di mettere a norma le scuole e in sicurezza le strade, non possiamo fare altro».

Ingrid Feltrin

La Tribuna di Treviso – Ed. nazionale

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