In una lettera diffusa sul portale istituzionale Assofarm, il segretario Francesco Schito ha espresso ottimismo sui progressi della Farmacia dei servizi e sulla propensione dei presìdi territoriali nel fornire prestazioni essenziali, contribuendo alla reazione di una sanità sempre più territorializzata ed efficace. Il dirigente ha evidenziato che «in passato abbiamo scritto più di una volta che finalmente eravamo prossimi alla Farmacia dei servizi. Ogni volta ci siamo ricreduti. Perché ogni volta, poco dopo le più rosee dichiarazioni politiche o le più ufficiali aperture di tavoli di confronto, è sempre accaduto qualcosa che ha rallentato il tutto fino a farlo svanire dall’agenda sanitaria nazionale. Oggi è diverso: per la prima volta, alle parole stanno seguendo i fatti».

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Farmacia dei servizi in Marche, Liguria e Lombardia

Come riferito da Schito, «il 1 giugno scorso la Regione Marche avvia una sperimentazione della Farmacia dei servizi cui aderisce la metà dei presìdi e che, nei primi due mesi, produce oltre 700 erogazioni, perlopiù concentrate nelle aree interne e montane. Piena soddisfazione dei vertici regionali, per un’iniziativa che limita la mobilità passiva, riduce le liste di attesa e mostra vicinanza ai cittadini da parte delle istituzioni». A cui si aggiunge una «situazione simile in Liguria dove nel luglio scorso in appena due settimane sono state erogate oltre 500 prestazioni di telemedicina in 270 farmacie presenti in tutto il territorio regionale». Per Schito si tratta di un «risultato straordinario reso possibile grazie a uno stanziamento regionale che ha rimborsato il servizio. Elemento fondamentale, quest’ultimo, perché dimostra che, se le istituzioni sanitarie credono in questo strumento che riduce i rischi d’impresa per le farmacie, il sistema funziona ed è usufruito dal cittadino». Quanto alla Lombardia, Schito ha ricordato che «non più tardi di un mese fa la Regione approva le linee guida sui servizi in farmacia, che sostanzialmente armonizzano le disposizioni regionali in materia e le aggiornano alle ultime novità provenienti dalla giurisprudenza».

«Farmacie possono contribuire alla telemedicina nelle Case di comunità»

Per Schito sono «esperienze, queste, che a nostro avviso dovrebbero certamente influenzare i futuri percorsi di attuazione delle Case di comunità, nei confronti delle quali le farmacie potrebbero contribuire quantomeno attraverso servizi di telemedicina capaci di sfruttare appieno il potenziale sanitario insito nella capillare diffusione locale dei nostri presìdi». Mentre, a livello centrale, «non devono essere dimenticati i 25,3 milioni di euro di risorse vincolate alla sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali erogate dalle farmacie con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, recentemente approvati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Un tesoretto certo non ingente, ma che potrebbe invogliare altre Regioni a muovere primi passi concreti nella sperimentazione dei servizi in farmacia». Per Schito, «lo sguardo d’insieme su tutto ciò ci restituisce il solito bicchiere d’acqua riempito a metà, di fronte al quale ci si divide tra critici e ottimisti».

L’opinione di Schito, tra critici e ottimisti

Schito ha sottolineato che «i primi hanno ragione nel notare la mancanza di organicità nazionale nella situazione attuale. I secondi ben fanno a evidenziare come la vivacità delle Regioni denoti una considerazione per le farmacie del tutto inedita fino a pochi anni fa». Ciò nonostante, secondo Schito «tutti noi però dobbiamo concordare sul fatto che al momento attuale nulla è definito. L’unica certezza che ci dobbiamo concedere sta nella convinzione che i risultati raggiunti sono il frutto di una perseveranza davvero notevole. In questi anni il movimento a favore dei servizi in farmacia è andato ampliandosi in contenuti e sostenitori. Un impegno politico e scientifico senza eguali nel nostro settore. La tragedia del Covid ha certamente contribuito a considerare sotto nuova luce tutta la sanità territoriale, farmacie comprese. Va però precisato che a quell’appuntamento drammatico noi siamo arrivati pronti in competenze, servizi e idee. E da allora non abbiamo mai smesso di proporre e produrre innovazione. È bene ricordare tutto ciò perché, se è vero che molto c’è ancora da fare, dobbiamo essere tutti convinti che siamo sulla strada giusta».

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