farmaci-open-sourceSe da decenni l’innovazione si è sostanzialmente focalizzata su computer, software e comunicazione, l’evoluzione e  il potere della scienza, della tecnologia, e del flusso di informazioni libero hanno spinto il modernismo a porsi nuovi obiettivi, mettendolo di fronte a sfide maggiori. Stiamo assistendo ad una nuova ondata di innovazione in molti settori, tra cui quello farmaceutico, per cui l’attuale sistema di sviluppo dei prodotti  ha bisogno di muoversi verso un approccio aperto, collaborativo e coordinato, basato sui cosiddetti farmaci open source. Per raggiungere davvero livelli di efficacia ed efficienza, il modello di innovazione deve evolvere dalla sua forma attuale.

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Il percorso di crescita, così come il processo di cambiamento, è spesso rallentato da ostacoli normativi, da una costosa regolamentazione e da una serrata concorrenza. L’industria farmaceutica spende miliardi di dollari per portare un farmaco sul mercato: si tratta evidentemente di un considerevole investimento in termini di risorse. In poche parole, le spese e i rischi sostenuti dalle imprese che operano nel settore superano di gran lunga ogni modello di business di qualsiasi altra industria.

Le aziende cercano di ridurre i costi e migliorare l’efficienza e la produttività. Ma con quale risultato? Fusioni aziendali, riorganizzazioni e tagli del personale (decine di migliaia di posti di lavoro cancellati nel settore). Niente di tutto questo, tuttavia, sembra aver portato ad un radicale, quanto necessario, cambiamento, che possa permettere alle imprese di sopravvivere e prosperare.

Quale soluzione adottare?

In molti sono convinti che la risposta debba essere l’abbandono del sistema attuale, basato su linee produttive in concorrenza e sulla difesa della proprietà intellettuale e dei brevetti. Al contrario, un approccio che consenta la condivisione delle informazioni – adottato ad esempio dall’industria del software – orientato ad un’apertura pre-competitiva e alla partnership tra industrie, enti, università e pazienti, potrebbe rappresentare un modello vincente ai problemi di sviluppo e innovazione. In altri termini, si tratta di realizzare un network integrato, che coinvolga tutti i soggetti coinvolti e portatori di interessi che renda possibile un  interscambio fluido, dinamico e costante di informazioni.

Le grandi aziende farmaceutiche sembra stiano sposando le virtù di tali strategie che, tuttavia, possono avere successo solo se inserito in un contesto culturale molto diversa da quella dominato dal controllo più rigoroso e da ferree dinamiche gerarchiche (ancora prevalente oggi). Alcune aziende hanno dimostrato di essere pronte ad impegnare tempo e risorse per abbracciare un modo radicalmente diverso di operare. I benefici materiali e immateriali connessi all’adozione di nuove forme di collaborazione potrebbero essere realmente significativi. Un approccio farmaci open source, collaborativo e orientato allo sviluppo di soluzioni e terapie innovative destinate al mercato, permetterebbe di rinnovare completamente il settore: da un parte contribuirebbe a  ripristinare la competitività tra le aziende farmaceutiche e dall’altra offrirebbe l’opportunità di ripartire il rischio su un numero maggiore di soggetti interessati.

Un primo passo è già stato compiuto. Kristin Baxter, ricercatrice e membro della Genetic Alliance, associazione no profit statunitense per la difesa della salute pubblica, ritiene che tale inversione di rotta sia auspicabile ma, soprattutto, che debba essere praticata  Promotrice di questa sorta di rivoluzione la Baxter, insieme ai colleghi, ha coinvolto attivamente circa  60 case farmaceutiche e biotecnologiche, insieme a numerosi stakeholders in una serie di incontri sfociati nella proposizione di un innovativo modello di sviluppo dei farmaci. Ribattezzato NETS, dall’inglese Navigating the Ecosystem of Translational Sciences, Navigare l’Ecosistema delle Scienze Traslazionali, il progetto integra un insieme di processi interconnessi con cicli di feedback iterativi, piuttosto che un percorso rettilineo che si snoda dal laboratorio alla sperimentazione sino al paziente. Ogni processo del NETS, è parte di un tutto più grande ed è reso possibile da infrastrutture comuni e strumenti condivisi.

Il progetto NETS rappresenta una concreta opportunità per tutti gli attori coinvolti (dalle stesse case farmaceutiche alle agenzie per il farmaco, dalle assicurazioni sanitarie alle università), in particolare le associazioni di pazienti, portatori di un duraturo e legittimo interesse rispetto a ciò che possa garantire un miglioramento dei processi  per lo sviluppo di nuove terapie. I pazienti inoltre, custodiscono un importante bagaglio di informazioni e sapere, cui attingere, ad esempio, per l’individuazione di candidati da sottoporre ad un particolare trial clinico.

Tuttavia, il successo di un modello open source impone la costruzione di un solido quadro di ferimento al fine di gestire la proprietà intellettuale di ciascun partner e di garantire eque condizioni di concorrenza per tutti. I gradi di collaborazione farmaci open source variano durante le diverse fasi di sviluppo, ma non c’è dubbio che questo modello si presta a stimolare l’innovazione in tutto il settore. La parte più importante di un modello open source risiede nella condivisione delle informazioni tra i vari partecipanti – ognuno con differenti ordini del giorno e obiettivi.

Alcune aziende farmaceutiche come Lilly e Pfizer hanno dimostrato la potenza di questo approccio mediante l’attuazione di sistemi interni per cercare soluzioni a problemi a livello organizzativo. Ma è chiaro che molte delle sfide sono troppo grandi e complesse per essere sostenute, e risolte internamente, da una singola azienda o istituzione.  A prima vista, sembra un controsenso che le aziende auspichino una condivisione dei propri dati che, potenzialmente, potrebbe regalare vantaggi competitivi. Ma ciò presuppone che il possesso di tali informazioni implichi, davvero, un reale e tangibile vantaggio competitivo. Le case farmaceutiche devono adeguarsi ai tempi. Il modello di sviluppo attuale è superato e, quindi, inadeguato.  E’ tempo di cambiare. Adesso.

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