banco-farmaceutico-afghanistanPortare farmaci per le fasce indigenti delle popolazioni locali nelle aree di crisi nelle quali operano le forze armate. È questo l’obiettivo dell’accordo siglato dal Comando Operativo di Vertice Interforze, dall’Ordinariato Militare e dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. «La povertà sanitaria è una piaga che affligge tutti i Paesi – hanno spiegato in un cominciato congiunto – ma è soprattutto in quelle zone del mondo martoriate da guerre e crisi che diventa un’emergenza gravissima, di cui i nostri militari sono, sempre più spesso, impotenti testimoni».
La ratifica dell’accordo è stata effettuata giovedì 10 maggio a Roma, presso l’aeroporto militare di Centocelle “Francesco Baracca”, in presenza dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, comandante del COI, di monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, e di Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico. Concretamente, una volta raggiunte le aree di crisi, i farmaci donati dalla Fondazione Banco Farmaceutico verranno distribuiti nell’ambito di specifiche attività di cooperazione civile-militare, pianificate e sviluppate grazie anche all’apporto dei cappellani militari al seguito dei contingenti. Il Banco Farmaceutico si è al contempo impegnato a finanziare interamente, una volta approvati, i progetti presentati dai contingenti militari nei vari Teatri Operativi, raccogliendo (principalmente attraverso il sistema delle donazioni aziendali) farmaci e presidi farmaceutici da distribuire gratuitamente alle popolazioni locali. «Siamo onorati di poter dare il nostro piccolo contribuito alle operazioni di peacekeeping delle forze armate italiane. Siamo convinti che il progetto esprima al meglio la caratteristica capacità del nostro Paese di fare sistema, ovvero di mettere in relazione soggetti per loro natura anche molto diversi, al servizio del bene comune», ha dichiarato Daniotti. Cavo Dragone ha aggiunto che l’accordo «permette di rendere più strutturata la collaborazione con la Fondazione Banco Farmaceutico e l’Ordinariato, già iniziata in Afghanistan nel 2017 con la donazione di migliaia di medicinali e presidi sanitari a favore delle strutture sanitarie di Herat, garantendo così un intervento umanitario più efficace e aderente alle necessità locali».

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