Continua a produrre effetti sui pazienti il fenomeno della carenza dei farmaci, dovuto quasi con certezza al parallel trade. Decine di medicinali utili per abbassare la pressione, per limitare i livelli del colesterolo nel sangue, per curare infezioni, o ancora per contrastare il dolore, esistono ma risultano spesso introvabili in Italia. Il problema – che i farmacisti ben conoscono – sarebbe la cosiddetta «esportazione parallela» (nota anche con il nome inglese parallel trade), ovvero il fatto che alcuni soggetti eseguirebbero ordinativi in Paesi nei quali i medicinali costano meno (come ad esempio l’Italia) per venderli poi in altri Stati a prezzi di mercato (ovvero più alti rispetto a quelli praticati nella Penisola). Per questo motivo, al fine di contenere queste dinamiche, l’industria contingenta i farmaci “affamando” il mercato rispetto all’effettivo fabbisogno.
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Problema di cui si è occupato il nostro giornale, lanciando un sondaggio a fine 2015, al fine di cogliere l’opinione dei farmacisti su entità del fenomeno e responsabilità. Alla data del sondaggio, solo il 3% sosteneva che la criticità fosse completamente risolta e che la farmacia riesca a erogare le quantità richieste dai cittadini. Dato, quello del 2015, quasi sicuramente identico al 2019. Al punto che, secondo quanto riportato dalla testata locale “Ticino Online 20 minuti”, un certo numero di clienti provenienti dalla provincia di Como, affluirebbe nelle farmacie ticinesi al fine di sopperire la carenza di determinati farmaci. In particolare, la testata riferisce di due molecole, Valsartan, come noto ritirato dal mercato in Italia a causa dei problemi riscontrati sui siti di produzione del principio attivo, ma anche del Questran, farmaco comunemente noto come mancante. La stessa testata sottolinea inoltre che tutto ciò accada malgrado il costo dei farmaci in Svizzera si attesti come tre volte più alto di quello in Italia.
Lo scorso marzo 2018 le associazioni europee che rappresentano i produttori di medicinali, i distributori paralleli e i farmacisti avevano fatto sapere di aver accolto con favore «gli sforzi effettuati a livello europeo dalle agenzie del farmaco, dalla European Medicines Agency, dal Consiglio e dalla Commissione europea al fine di affrontare il problema della carenza di medicinali. Gli stakeholder della catena di approvvigionamento ritengono che una soluzione di lungo termine sia strettamente legata ad un agire unito e in collaborazione tra le parti». Tuttavia il problema persiste ed è lontano dall’essere risolto.
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