farmaci mancantiAbbiamo chiesto ai colleghi che seguono FarmaciaVirtuale.it di illustrarci le dinamiche pratiche legate al contingentamento farmaci. Dopo aver annoverato parte di ciò che accade dietro le quinte del contingentamento farmaci, l’analisi è proseguita chiedendo l’opinione dei colleghi sul ruolo dell’industria farmaceutica, se stia approfittando delle carenze con strategie che favoriscono il posizionamento di particolari prodotti o linee di prodotti dello stesso listino. In quest’occasione hanno prevalso i no, col 57,45%. Tra il 42,55% che ha risposto sì vengono citati come esempi il fatto che “ora anche la morfina risulta mancante (oltretutto farmaco obbligatorio per legge) e viene consigliata la prescrizioni di altri derivati della morfina di costo molto maggiore”, casi quali il Remeron e il Mirapexin, e più di un collega menziona “l’obbligo di fornirsi di equivalenti della stessa azienda. Esempio Sanofi”. Diversi segnalano inoltre che Sanofi “pretende un ordine di 5 mila euro di tutto il listino per permetterci l’ordine del Clexane” e “vincola l’ordine del farmaco etico all’ordine del generico Zentiva”. Se l’industria del farmaco non gode di una buona considerazione sul fronte distributivo, un discorso analogo vale per i grossisti: alla domanda su quali siano quelli che riescono a garantire giuste quantità di farmaci ordinati, la maggior parte ha risposto “nessuno”. Sul podio dei più affidabili, in ambito nazionale, figurano invece in testa Comifar, seguita da Guacci e poi Unico. Ricordando che però Guacci opera su scala regionale, il che lascia intendere che nel proprio territorio di competenza, è il grossista più affidabile. Difronte al problema del contingentamento, come sono allora considerate le iniziative del sindacato e ministeriali? Se un modesto 2,36% si dice “completamente soddisfatto” e meno di uno su tre, il 27,36%, “abbastanza soddisfatto”, a essere “totalmente insoddisfatto” è ben il 70,28%. Se alcuni – rari – colleghi tentano una timida difesa di Federfarma e ministero dicendo che “almeno ci provano”, “qualcosa si è mosso” e “non è un problema sindacale, ma legislativo”, la stragrande maggioranza delle motivazioni addotte è fortemente critica. Le iniziative sono considerate “inefficaci e inefficienti, non si vede e né si percepisce nessuna differenza”, “manca il controllo a monte” e “non promuovono un’azione forte e decisa”. E c’è anche chi si spinge a dire che “è solo propaganda, non tocca i veri responsabili” e “molti di loro sono complici”, con il rischio conseguente di “scoraggiamento del paziente che perde fiducia in tutto e in tutti”. Abbiamo allora chiesto in conclusione in che modo si potrebbe risolvere definitivamente il problema e i colleghi sembrano avere idee piuttosto chiare: “allineando il prezzo del farmaco a livello europeo”, “impedendo alle farmacie e ai grossisti di fare export” e “obbligando le aziende a rifornire le farmacie”. Poi, anche “controlli severi e multe salate”, “sanzionare le industrie farmaceutiche, i grossisti e le farmacie che esportano medicinali prima ancora di soddisfare il fabbisogno del proprio Paese” e “applicando finalmente il sistema della tracciabilità in maniera completa così da vedere quali lotti o pezzi si perdono per strada e chi è l’ultimo ‘possessore’”. E se c’è chi afferma che “con un differenziale di prezzo per chi esporta si potrebbe sfavorire l’uscita di farmaci verso l’estero”, c’è chi arriva a proporre una soluzione che dà la misura dell’esasperazione vissuta dai farmacisti per il problema quotidiano della mancanza di farmaci: “conoscere tutti i grossisti che effettuano l’esportazione in maniera da esercitare un boicottaggio degli stessi da parte delle farmacie”.

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Scarica i risultati integrali dell’indagine

L’indagine, oltre a racchiudere uno scenario più che aggiornato di tutte le dinamiche pratiche che regolano attualmente il sistema dei farmaci contingentati, offre numerosi spunti di riflessione su come poter risolvere definitivamente il problema. Ringraziamo i 200 colleghi che hanno avuto tempo e dedizione per portare a termine l’indagine.

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