
Le linee guida sono state elaborate, spiega la Regione, da «un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da professionisti delle aziende sanitarie, della Regione e degli istituti penitenziari, a partire dalle linee ministeriali sulla sicurezza nell’uso dei farmaci». Il dossier, di oltre 40 pagine, tiene conto anche «di alcuni aspetti peculiari dell’assistenza alle persone detenute in Emilia-Romagna»: il fatto, ad esempio, che sia già strutturato un percorso clinico di assistenza alle persone detenute, così come la sperimentazione in atto, negli ambulatori di alcuni penitenziari, dell’uso di sistemi informatizzati per la somministrazione di terapie farmacologiche. «Oltre ad individuare gli obiettivi e a descrivere le attività che riguardano la gestione dei farmaci in carcere – spiega la Regione – si affrontano anche i temi dell’approvvigionamento dei medicinali, della gestione delle scorte, della preparazione della terapia farmacologica, nonché della continuità assistenziale (ad esempio nel passaggio da un istituto di pena all’altro, oppure nella dimissione dal carcere agli arresti domiciliari o in comunità, oppure quando il detenuto torna in libertà)».
Le Usl, sulla base del documento regionale, dovranno ora elaborare procedure locali che tengano conto delle necessità specifiche e dei contesti organizzativi, individuando compiti e responsabilità delle figure professionali, tempi di attuazione delle linee di indirizzo e azioni di monitoraggio dei risultati.
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