L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha presentato a Roma la Campagna di comunicazione realizzata nell’ambito di Fakeshare, un progetto europeo di cooperazione e intelligence per il contrasto alla vendita online di medicinali illegali o contraffatti attraverso farmacie web o rivenditori non autorizzati. Il denominatore comune tra coloro che si rivolgono al web per acquistare farmaci – per la perdita di peso, per il miglioramento delle performance sessuali e sportive o per i cosiddetti prodotti “miracolosi” è di fatto la scarsa percezione del rischio. Proprio su questa errata percezione diviene indispensabile intervenire.
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La campagna di comunicazione e sensibilizzazione presentata oggi punta a raggiungere una platea il più possibile ampia di pubblico, attraverso la collaborazione di tutti i soggetti interessati: medici, farmacisti, associazioni di pazienti e di consumatori. I messaggi sono stati sviluppati partendo da casi reali, secondo un approccio “science based”, e sono confluiti in un video (https://youtu.be/I9IfVj6wAGg) che sarà diffuso attraverso il web e che potrà essere condiviso da chi vorrà sostenere la campagna.
Nel corso della presentazione, cui è intervenuto il Tenente Colonnello del Comando Carabinieri T.S. NAS, Erasmo Fontana, sono stati presentati i risultati della survey condotta in Italia nel 2015 per indagare le variabili psicologiche e socio-demografiche che inducono all’acquisto di farmaci online. L’indagine è stata realizzata su un campione di 1000 internauti, stratificato secondo le variabili dell’età, dell’area geografica di residenza e del genere.
Un’ampia maggioranza del campione (73,67%) afferma di essere consapevole della diffusa abitudine di acquistare farmaci online e di esserne venuto a conoscenza principalmente attraverso i canali web. Una percentuale significativa giudica positivamente l’acquisto di farmaci online (40,74%), anche se l’acquisto effettivo si rivela una pratica non abituale.
Le categorie terapeutiche più comuni dichiarate dagli intervistati sono i farmaci per la perdita di peso (27,57%) e per l’influenza (27,57%), mentre i farmaci per la disfunzione erettile rappresentano l’11,3%, un dato ragionevolmente sottostimato per via dell’imbarazzo sociale che spesso accompagna l’acquisto di questo genere di medicinali.
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