
Il Centro Studi Egualia ha pubblicato l’analisi annuale sull’evoluzione dei farmaci equivalenti nel 2024. Lo studio individua 21 principi attivi di sintesi chimica destinati a perdere la protezione brevettuale entro il 2029, con un impatto su aree terapeutiche come diabete di tipo 2, broncopneumopatia cronica ostruttiva ed epilessia. Parallelamente, settori consolidati come cardiovascolare e sistema nervoso centrale mantengono un ruolo centrale nella diffusione degli equivalenti.
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Il vantaggio del servizio sanitario pubblico
Riccardo Zagaria, vicepresidente di Egualia con delega al Centro Studi, ha osservato che «il servizio sanitario pubblico trae un enorme vantaggio dalla presenza sul mercato dei nostri prodotti: la concorrenza generata dagli equivalenti dal 2012 a oggi ha generato – in termini di minore spesa per l’Ssn – risparmi superiori ai 6 miliardi di euro. Ssn e cittadini potrebbero ulteriormente beneficiarne se tutte le Regioni incrementassero sia l’uso dei farmaci fuori brevetto che quello dei farmaci equivalenti».
Confronto anche con l’industria off patent
Secondo Zagaria «in prospettiva il nuovo assetto della categoria delle glifozine (diabete) con il passaggio al canale della farmaceutica territoriale sarà un elemento di sviluppo futuro per gli equivalenti, ma solo dal 2028. La Legge di Bilancio 2024 che ha previsto che i farmaci devono essere erogati nel luogo più vicino al paziente, rappresenta senz’altro un quadro di omogenizzazione importante a livello regionale. Su questo fronte c’è però molto da fare per ristabilire un equilibrio rispetto al passato perché c’è una parte di questa stessa legge al momento inattuata: è quella che prevede l’individuazione dell’elenco vincolante dei medicinali del Pht non coperti da brevetto che possono essere dispensati in regime convenzionale attraverso le farmacie aperte al pubblico. È necessario che il tavolo di lavoro su questa tema si apra al confronto anche con l’industria off patent, per ragionare su molte altre categorie dove si potrebbe intervenire per agevolare l’accesso ai pazienti».
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