Potenziale risparmio annuo di 43,7 milioni di euro è stimabile per il sistema sanitario siciliano con l’impiego più esteso dei farmaci equivalenti nella cura dei pazienti affetti da patologie croniche. La cifra potrebbe raggiungere i 61,3 milioni di euro estendendo il calcolo all’intera popolazione over 65. Sono le proiezioni economiche scaturite da un’analisi realizzata da I-Com Istituto per la competitività, con il contributo di Sandoz Spa. I risultati sono stati esposti nel corso di un confronto istituzionale tenutosi presso l’Assemblea Regionale Siciliana, su iniziativa di Carlo Gilistro, membro della Commissione Salute dell’Ars.

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Criticità del contesto regionale e il confronto con l’Europa

La ricerca si inserisce nel progetto di più ampio respiro che esamina la situazione italiana dei farmaci equivalenti, con approfondimenti dedicati alle singole regioni e comparazioni con realtà europee. L’indagine sulla Sicilia è la prima fase del percorso, che prevede successive presentazioni in altre aree del Paese per delineare le opportunità connesse alla categoria di farmaci e avanzare proposte operative per ridurre o rimuovere gli ostacoli che ne limitano l’uso, promuovendo un impiego più razionale delle risorse. I farmaci equivalenti, che presentano un costo inferiore tra il 20 e il 70 percento rispetto ai corrispondenti originatori – pur mantenendo identici profili di efficacia, sicurezza e qualità – sono strumento strategico per conciliare l’accesso alle cure e il contenimento della spesa. In Sicilia, la penetrazione di mercato si attesta al 22,1 percento, quota inferiore al dato nazionale del 29,1 percento.

Proposte per una maggiore diffusione degli equivalenti

Secondo quanto emerso dall’analisi, il divario si riflette in un onere economico aggiuntivo per la finanza pubblica e per le persone. Nel 2024, la spesa sostenuta direttamente dalle famiglie italiane per l’acquisto di farmaci di marca non più coperti da brevetto, in alternativa a equivalenti quasi totalmente rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, ha superato il miliardo di euro. Nel caso siciliano, la voce di spesa evitabile incide per il 15,6 percento sulla spesa farmaceutica regionale. I pazienti cronici in Sicilia sono circa 780mila, pari al 16,4 percento della popolazione.

Supporto a continuità terapeutica e resilienza dei sistemi sanitari

Ad intervenire anche Francesca Romana Ramundo, country head e amministratore delegato di Sandoz, la quale ha osservato che «continueremo a lavorare insieme a tutti gli attori del sistema (pazienti, medici, farmacisti e istituzioni) e a sensibilizzare i cittadini per perseguire quella che è da sempre la mission di Sandoz: essere pionieri nel migliorare l’accesso alle cure e garantire la sostenibilità del sistema sanitario. In un momento in cui il 92% dei farmaci considerati critici dalla Commissione europea sono equivalenti, è evidente quanto questo segmento sia strategico per la salute pubblica. Per rispondere a questa esigenza, Sandoz ha deciso di potenziare progressivamente il proprio network produttivo europeo, con attenzione particolare al segmento degli antibiotici, area nella quale interveniamo con l’unica grande rete di produzione integrata di penicillina in Europa. È questo un esempio di come intendiamo supportare la continuità terapeutica e la resilienza dei sistemi sanitari».

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