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Le reti di criminalità organizzata che si nascondono dietro lo smercio dei prodotti farmaceutici fasulli hanno un unico scopo: fare soldi. Per raggiungere l’obiettivo non si curano degli effetti, che possono essere letali per la salute, di medicinali prodotti all’insegna del risparmio con sostanze o dosaggi diversi rispetto agli originali.
Il traffico ha raggiunto dimensioni colossali. Secondo l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, la percentuale di medicinali contraffatti immessi sul mercato internazionale si attesta attorno al 7 per cento, ma si raggiungerebbero cifre fino al 50 per cento nel Terzo mondo. Stime ipotetiche, perché si è di fronte a un mercato sotterraneo, difficile da monitorare. Le statistiche dell’Unione europea indicano un incremento pari al 384 per cento di falsi medicinali sequestrati nel 2006 rispetto al 2005. E anche l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, descrive una curva ascendente, non più circoscritta ai Paesi in via di sviluppo ma estesa ai Paesi industrializzati.
La contraffazione coinvolge farmaci di marca e generici, medicinali salvavita e life style saving. I prodotti fasulli possono essere realizzati con sostanze o dosaggi diversi, oppure senza alcun principio attivo o, variante più temibile, con ingredienti contaminati e pericolosi. Esiste poi il fenomeno dei farmaci rubati,
con le organizzazioni criminali che modificano i principi attivi diluendoli in più fiale o li sostituiscono con sostanze più economiche, guadagnando sulle quantità. La nuova frontiera è il furto di farmaci antitumorali, come dimostra il caso dell’Herceptin della Roche, rubato in Italia e smerciato contraffatto nel Regno Unito, in Germania e Finlandia.
Internet è lo strumento principale di diffusione, con la proliferazione di false farmacie o di siti ponte che rimandano a rivendite on line straniere. Basta fare un giro in rete e si trovano decine di siti, anche legali, che pubblicizzano la vendita di prodotti senza ricetta e a prezzi imbattibili. Molti hanno sede in Paesi stranieri, in particolare dell’Est, canadesi o asiatici, in cui la legislazione è a maglie larghe rispetto all’Italia, dove è possibile vendere e acquistare online solo i farmaci da banco muniti del bollino di qualità. Ci sono farmacie virtuali che offrono una varietà incredibile di ormoni, altri che vendono Vi*gra, Ci*lis e L*vitra senza ricetta, altri ancora che presentano medicine per qualsiasi patologia: antitumorali, antiallergici, antibiotici, antidepressivi. Le pagine patinate, arricchite da informazioni e consigli di esperti, inducono il consumatore a ritenere lecito l’acquisto. Invece c’è odore di truffa. Avverte Paolo Bertocchi, ricercatore dell’Istituto superiore di sanità: “Per evitare i rischi meglio acquistare i farmaci nei canali autorizzati: farmacie e parafarmacie presenti sul territorio”.
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