A distanza di un mese dal primo incontro del 23 aprile sulla riforma dell’Enpaf, Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, esprime la propria soddisfazione sull’andamento dell’incontro tenuto presso la sede dell’ente previdenziale che ha coinvolto tutte le rappresentanze dei farmacisti e a cui hanno partecipato, come riferito dallo stesso Ruggiero «tutte le sigle di categoria, compresa Federfarma».
Ruggiero ha ribadito «l’iniquità del contributo previdenziale» che «grava sui redditi di farmacie e parafarmacie, rispettivamente dell’8% sulle farmacie, considerando anche lo 0,90% prelevato dal fatturato Ssn ed il 26% sulle parafarmacie».
In proposito il presidente dell’associazione delle Libere Parafarmacie Italiane propone di «trasformare l’attuale sistema a prestazione definita, in un sistema contributivo. Paragonare, quindi, i contributi al reddito in maniera progressiva e calcolare la pensione sui contributi versati in tutti gli anni».
L’audizione collegiale è la seconda in ordine di tempo, dopo una prima conclusasi senza esito a causa dell’assenza di alcune federazioni di categoria, tra cui Federfarma e Fenagifar, che aveva scatenato numerose polemiche ed attriti.
In aprile l’Enpaf aveva tenuto il convegno “Il VII Rapporto Adepp sulla previdenza privata e le attività polifunzionali delle Casse di previdenza”, introdotto da una relazione del presidente Emilio Croce. All’incontro era presente, tra gli altri, anche Gianni Trombetta, revisore contabile dello Studio Guandalini di Bologna, «co-autore (insieme a Marcello Tarabusi e Francesco Capri) di uno studio pubblicato da una rivista di settore che ha posto in relazione il peso della contribuzione sui redditi dei titolari di farmacia iscritti all’Enpaf, con quello sostenuto da altri professionisti (avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti), per concludere che i costi dell’ente dei farmacisti “non sono così onerosi come si sostiene”».
«Rendere equa l’Enpaf – conclude Ruggiero – è una questione di responsabilità verso i professionisti iscritti, mi auguro quindi che dopo questo incontro molto importante, finalmente si metta in moto la macchina della riforma».
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