
«Il contributo previdenziale Enpaf – prosegue la lettera – è stabilito in cifra fissa, tuttavia ove l’iscritto appartenga ad alcune categorie ha la possibilità di chiedere la riduzione del contributo». In particolare, ad esempio, per chi esercita attività professionale in relazione alla quale siano soggetti per legge all’assicurazione obbligatoria ovvero ad altra forma di previdenza obbligatoria; per gli iscritti che si trovano in condizione di disoccupazione involontaria, o ancora per coloro i quali non esercitino attività professionale. «Chi sceglie di versare il contributo previdenziale in misura ridotta – si legge nella missiva – otterrà una prestazione pensionistica proporzionalmente ridotta». Per questo i firmatari chiedono di «introdurre parametri obiettivi, quali reddito e fatturato, a titolo esemplificativo, rispetto ai quali determinare l’entità del contributo dovuto», e spiegano come a loro avviso sia «incostituzionale una contribuzione integrativa obbligatoria per chi è già soggetto ad altro ente previdenziale. La ratio di un doppio regime contributivo è di difficile individuazione ancor più in un momento quale quello attuale di profondo cambiamento delle realtà professionali».
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