«I farmacisti dipendenti e disoccupati hanno manifestato presso la sede dell’Enpaf, lunedì 3 dicembre, contro l’obbligo previdenziale Enpaf, e contro il regolamento dell’ente fortemente penalizzante per le fasce più deboli della categoria come i precari, i disoccupati ed i giovani». E’ quanto si legge in un comunicato stampa diramato dagli amministratori del gruppo Farmacisti Uniti per Abolire l’Enpaf, le associazioni di categoria quali Afnt di Torino, Assofant di Caserta e Salerno, e Associazione cumulo e casse professionali. «All’origine della protesta – avevano spiegato le sigle – c’è il malcontento per l’obbligo di pagamento per una seconda previdenza e per il regolamento dell’ente previdenziale che ci penalizza fortemente».
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Di qui una serie di “no” pronunciati dalle associazioni: «No all’obbligo previdenziale Enpaf viste le retribuzioni non in linea con la nostra statura professionale: 10,40 euro la paga base oraria lorda per i farmacisti dipendenti. Di pochissimo superiore a quella del personale non laureato in farmacia, che non paga né Ordine né Enpaf. No alle modifiche regolamentari contro i diritti acquisiti come il riscatto degli anni di laurea ante 1998. No alla “trappola regolamentare” della perdita della riduzione. No alla perdita del bonus disoccupati dopo 5 anni di disoccupazione. No all’impossibilità di restituzione dei contributi versati all’Enpaf per i farmacisti dipendenti, senza i requisiti richiesti». E ancora «no ad un sistema previdenziale che non è stato capace di tenere il passo con l’evoluzione del mondo del lavoro e di tutelare tutti gli iscritti in difficoltà in maniera equa. No alla quota fissa per i farmacisti liberi professionisti, senza riduzioni per i bassi redditi». E infine «no al requisito dei 20 anni di esercizio per la pensione Enpaf».
I farmacisti manifestanti hanno partecipato, nel corso della giornata, ad un incontro con Emilio Croce, presidente Enpaf. «Come facilmente prevedibile – spiegano – il presidente Croce ha rimbalzato le richieste dei farmacisti dipendenti giustificando l’inscindibilità tra l’iscrizione all’albo e l’iscrizione alla cassa Enpaf, a causa di una legge che risale al 1946 che coinvolge anche medici e veterinari dipendenti». Dal canto loro, i partecipanti hanno evidenziato che Croce ha suggerito di «adoperarci per una modifica di quella legge». Per questo motivo, i farmacisti hanno sottolineato che «è risaputo che Enpam crollerebbe senza il contributo della classe medica dipendente», mentre, «Enpav, già nel lontano 1991, grazie ad una “modifica regolamentare” ha permesso ai dipendenti la cancellazione dalla cassa veterinari».
Le sigle hanno ricordato gli interventi a favore di una modifica dell’Enpaf, tra cui «l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Fedriga nel 2015, la risoluzione Dall’Osso del 2015, l’emendamento Dall’Osso del novembre 2018», in ultimo, la recente iniziativa del Codacons partita nel giorno della manifestazione, con l’obiettivo di raccogliere adesioni per partecipare ad un’azione legale contro l’ente.
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