«Il 7 luglio 2023 scade il termine per presentare la domanda di assegnazione di un contributo una tantum per gli iscritti titolari o soci di farmacie rurali». È quanto si legge in una nota dell’Ente nazionale di previdenza e di assistenza farmacisti (Enpaf). L’Ente ha ricordato che «il 25 maggio scorso il Consiglio di amministrazione dell’Enpaf ha deliberato lo stanziamento di 800mila euro per l’iniziativa». L’erogazione dei contributi «è prevista nei confronti degli iscritti che siano titolari o soci della farmacia rurale almeno dall’anno 2021, che siano in regola con il versamento della prima rata della contribuzione Enpaf posta in riscossione nel corrente anno e che abbiano un valore Isee, riferito al nucleo familiare, compreso nelle fasce indicate nella tabella di attribuzione del punteggio e un patrimonio mobiliare senza applicazione della detrazione, non superiore a euro 80mila».

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Le modalità di assegnazione dello stanziamento

Quanto all’ammontare dello stanziamento, l’Enpaf ha ricordato che «verrà diviso per il numero complessivo dei punti ottenuti dai richiedenti, di cui siano state accolte le domande, al fine di individuare il valore economico unitario del contributo che verrà moltiplicato per il punteggio conseguito da ciascun richiedente. Lo scopo è quello di utilizzare lo stanziamento in modo integrale». Inoltre, «la modulistica completa per la presentazione della richiesta è disponibile nella pagina dedicata sul sito Internet dell’Ente, unitamente al regolamento. Le domande e la documentazione devono essere trasmesse esclusivamente tramite Pec all’indirizzo posta@pec.enpaf.it entro il 7 luglio 2023».

Croce: «Modelli di assistenza che puntino al sostegno reale della categoria»

Il presidente Enpaf Emilio Croce, in occasione del lancio dell’iniziativa, lo scorso maggio, aveva sottolineato che la delibera approvata «dimostra ulteriormente l’attenzione dell’Enpaf per modelli di assistenza che puntino al sostegno reale della categoria, oltre che dei territori e delle comunità in cui i farmacisti operano». Secondo Croce, «da parecchi anni stiamo puntando su modelli di welfare strategico volti a sostenere i nostri iscritti. Questa misura in particolare è necessaria per permettere alle farmacie rurali particolarmente in difficoltà di continuare la loro attività, in aree e contesti locali in cui ricoprono un’importante funzione sociale, rappresentando il primo e spesso l’unico presidio sanitario».

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