Trovare una nuova soluzione per il pagamento delle quote di iscrizione all’Enpaf da parte dei colleghi disoccupati, nel rispetto dei vincoli di bilancio dell’ente di previdenza dei farmacisti. Questa la richiesta del presidente dell’Ordine interprovinciale dei farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani, il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, che di fronte a una crisi che sempre di più affligge il comparto ha scritto una lettera aperta al presidente dell’Enpaf, Emilio Croce. Un appello che rilancia una domanda che arriva da più parti, tanto che l’anno scorso anche la numero uno di Federfarma, Annarosa Racca, aveva chiesto all’ente di alleggerire gli obblighi contributivi per i farmacisti in posizione svantaggiata, quali i disoccupati e i precari. Una questione di cui FarmaciaVirtuale.it aveva parlato con lo stesso presidente Croce. «I casi di disoccupati di lunga durata iscritti ai nostri albi – scrive d’Ambrosio Lettieri – era nel passato un fenomeno raro e occasionale che l’Enpaf ha affrontato con efficacia e tempestività introducendo specifici benefici in favore dei farmacisti privi di occupazione sino a un periodo massimo di cinque anni. Oggi, però, la disoccupazione da fenomeno occasionale e transitorio si è cronicizzata e il numero di disoccupati che supera i cinque anni è notevolmente aumentato determinando una vera emergenza di proporzioni sempre più preoccupanti». Il presidente dell’ordine pugliese ricorda a tal proposito la relazione presentata da Croce al Consiglio nazionale di giugno, da cui era emerso come il numero dei disoccupati fosse salito a ben 6050. Un livello impensabile solo fino ad alcuni anni fa in un settore un tempo considerato “sicuro” come quello farmaceutico. «La possibilità – continua d’Ambrosio Lettieri – riconosciuta ai colleghi disoccupati di versare un contributo minimo dell’l%, tra l’altro non utile ai fini previdenziali, limitatamente a un periodo complessivo non superiore a 5 anni, alla luce della profonda e perdurante crisi economica in cui versa il Paese, pur rappresentando un segnale importante, oggettivamente è divenuto oggi un beneficio insufficiente, soprattutto nei casi in cui la perdita di un posto di lavoro o l’impossibilità di trovarlo comportano sempre più spesso il superamento del limite temporale previsto dal regolamento dell’ente». Vale a dire: purtroppo ormai la disoccupazione per un numero crescente di farmacisti è di lungo periodo. «Caro presidente – scrive d’Ambrosio Lettieri a Croce –, sono certo che condividerai la necessita di dare ai nostri colleghi privi di occupazione un segnale tangibile di attenzione della loro situazione, tenuto conto, tra l’altro, che costoro attualmente devono scegliere tra la cancellazione dall’albo e il versamento di un contributo all’Enpaf non compatibile con la loro situazione economica». Una scelta che secondo il presidente dell’Ordine interprovinciale di Bari e BAT è «davvero difficile e imbarazzante». Il punto nodale, come aveva spiegato Croce a FarmaciaVirtuale.it, è l’obbligo per la cassa previdenziale di mantenere un equilibrio tra entrate e uscite, il che comporta che un aumento di queste ultime debba essere compensata con introiti equivalenti, cioè, tendenzialmente, con un aumento dei contributi a carico dei farmacisti. D’Ambrosio Lettieri, tenendo conto di questi vincoli, sottolinea come la gravità e la delicatezza della situazione meritino un approfondimento e la ricerca di una soluzione da parte del Consiglio dell’Enpaf, «che contemperi le esigenze di bilancio dell’ente con le difficoltà degli iscritti».
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